La riforma del Codice di famiglia marocchino (Moudawana) del 2004 è stata ampiamente celebrata come un punto di svolta per i diritti delle donne nel mondo arabo-islamico. Tuttavia, a vent'anni dalla sua promulgazione, le sue promesse di emancipazione appaiono segnate da ambiguità strutturali. Questa tesi analizza criticamente il paradosso della Moudawana: una riforma che, pur introducendo modifiche giuridiche formali, riproduce logiche patriarcali attraverso dispositivi simbolici, culturali e politici. Adottando una prospettiva femminista intersezionale e postcoloniale, lo studio esplora la relazione tra genere, potere e modernizzazione selettiva, evidenziando come la monarchia marocchina abbia promosso una forma di emancipazione compatibile con la tradizione islamica, funzionale alla costruzione dell’identità nazionale. La riforma è letta come esempio di femminismo di Stato, che legittima una figura femminile moderata ed esclude le soggettività dissidenti. Attraverso l’analisi della legge, delle sue applicazioni pratiche, delle resistenze sociali e delle narrazioni alternative emerse nella diaspora e nell’attivismo digitale, la ricerca mette in luce le tensioni tra diritto scritto e vissuto quotidiano. Una particolare attenzione è dedicata alle voci delle donne marocchine – in patria e nella diaspora – che decostruiscono il patriarcato attraverso media alternativi e pratiche di autorappresentazione. Il lavoro si fonda anche su uno sguardo personale e diasporico, e si interroga sulla possibilità di un femminismo marocchino critico e autonomo, capace di sfidare tanto le strutture patriarcali interne quanto le imposizioni universaliste dei modelli esterni.
Oltre la riforma: il paradosso della Moudawana e l’illusione dell’emancipazione femminile in Marocco
EDAOU, ZINEB
2024/2025
Abstract
La riforma del Codice di famiglia marocchino (Moudawana) del 2004 è stata ampiamente celebrata come un punto di svolta per i diritti delle donne nel mondo arabo-islamico. Tuttavia, a vent'anni dalla sua promulgazione, le sue promesse di emancipazione appaiono segnate da ambiguità strutturali. Questa tesi analizza criticamente il paradosso della Moudawana: una riforma che, pur introducendo modifiche giuridiche formali, riproduce logiche patriarcali attraverso dispositivi simbolici, culturali e politici. Adottando una prospettiva femminista intersezionale e postcoloniale, lo studio esplora la relazione tra genere, potere e modernizzazione selettiva, evidenziando come la monarchia marocchina abbia promosso una forma di emancipazione compatibile con la tradizione islamica, funzionale alla costruzione dell’identità nazionale. La riforma è letta come esempio di femminismo di Stato, che legittima una figura femminile moderata ed esclude le soggettività dissidenti. Attraverso l’analisi della legge, delle sue applicazioni pratiche, delle resistenze sociali e delle narrazioni alternative emerse nella diaspora e nell’attivismo digitale, la ricerca mette in luce le tensioni tra diritto scritto e vissuto quotidiano. Una particolare attenzione è dedicata alle voci delle donne marocchine – in patria e nella diaspora – che decostruiscono il patriarcato attraverso media alternativi e pratiche di autorappresentazione. Il lavoro si fonda anche su uno sguardo personale e diasporico, e si interroga sulla possibilità di un femminismo marocchino critico e autonomo, capace di sfidare tanto le strutture patriarcali interne quanto le imposizioni universaliste dei modelli esterni.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/98611