Il personale impiegato nel campo della sanità è esposto a numerosi fattori che possono arrecare danno sia alla sua salute che alla sua sicurezza. Tra questi vi è il rischio di incorrere in una esperienza di violenza, che può essere costituita da un'aggressione di natura verbale e/o fisica oppure da un evento criminoso di altra natura. Questo pericolo è stimato essere per una persona che lavora nel campo della sanità circa 16 volte maggiore rispetto a qualsiasi altro lavoratore. Nello specifico gli operatori più esposti risultano essere gli infermieri, con particolare enfasi per quelli operanti nei Pronto Soccorso. I motivi per cui tale contesto di cura è identificato come ambito di lavoro particolarmente vulnerabile sono riconducibili ad un complesso insieme di fattori di rischio (location e dimensione della struttura stessa, tipo di cure fornite, aspetti a carattere psico-emozionale, manifestazioni psicologiche quali tensione, stress, rabbia, paura di outcomes negativi come la morte oltre che sentimenti di perdita, dispiacere, confusione). Influenzano il tutto anche i lunghi tempi di attesa, che sono identificati come una della cause scatenanti maggiori assieme all'overcrowding, cioè il fenomeno globale del sovraffollamento, e la gestione di pazienti con specifiche problematiche, come per esempio quelle mentali, che costituiscono ulteriori fattori di rischio più importanti per le violenze. Scopo Lo scopo di questo lavoro di tesi è quello di identificare quanti operatori sanitari siano stati vittima di violenza nel contesto feltrino, in particolare, le fonti di questa, le tipologie di abusi perpetrati, le conseguenze fisiche/psichiche/lavorative, i turni e i luoghi più a rischio e la formazione del personale sull'argomento. Metodo Non essendo presenti sistemi di reporting interni dei fenomeni di violenza, è stato studiato e somministrato a tutto il personale un questionario composto da 24 domande chiuse inerenti al fenomeno delle aggressioni da parte dei pazienti sul posto di lavoro. Sono state indagate quattro principali tipologie di violenza, cioè quella fisica, quella verbale, quella verbale-telefonica e le molestie sessuali. 2/12 – 16,7% Risultati Dallo studio è emerso che il 94,3% ha subito almeno un fenomeno di violenza; le violenze verbali sono la tipologia maggiormente esperita (90,7%), seguite nell'ordine dalle fisiche (66,7%), dalle verbali-telefoniche (59,2%) ed infine dalle molestie sessuali (16,7%). Incidenze maggiori sono denunciate dagli uomini rispetto alle donne e dalle ausiliarie specializzate rispetto al resto del personale. I fenomeni maggiormente denunciati sono gli sputi (58,3%), gli spintoni (55,6%) e i pizzicotti (41,7%) per gli abusi fisici; le offese/insulti per quelli verbali e verbali-telefonici (83,7% e 71,9%) ed infine le domande/parole a sfondo sessuale non desiderate per le molestie sessuali (100%). Per quanto riguarda le conseguenze delle violenze subite, non risultano esserci ripercussioni significative sia in campo psicologico, che fisico, che lavorativo. Rischio elevato viene attribuito alla sede extraospedaliera (44%), cioè quella dove vi sono meno barriere fisiche tra il perpetratore e la vittima. Si segnala inoltre la pericolosità attribuita dal personale al turno pomeridiano mentre per le violenze sessuali è identificato un rischio maggiore nel turno notturno. Notevoli sono i fenomeni causati da pazienti in stato di ebbrezza/sotto effetto di sostanze stupefacenti e ai famigliari o presunti tali che richiedono informazioni su un paziente al telefono. Nonostante la dimensione non trascurabile del problema, il 66,7% del personale afferma di non avere avuto nessuna formazione sull'argomento. Conclusione In base ai risultati dello studio, si suggeriscono approfondimenti sul campo, in particolare quelli inerenti all'adozione di strumenti di reporting degli eventi violenti a carico del personale e di metodiche per il riconoscimento precoce dell'utente potenzialmente violento. Ciò può essere utile a stimare maggiormente l'entità del problema e i fattori rischio, permettendo così interventi mirati al setting in questione per la prevenzione e il management degli eventi stessi.

Quando il personale sanitario e' vittima dell'utenza: indagine rispetto ai fenomeni di violenza in pronto soccorso

Rocca, Malene
2015/2016

Abstract

Il personale impiegato nel campo della sanità è esposto a numerosi fattori che possono arrecare danno sia alla sua salute che alla sua sicurezza. Tra questi vi è il rischio di incorrere in una esperienza di violenza, che può essere costituita da un'aggressione di natura verbale e/o fisica oppure da un evento criminoso di altra natura. Questo pericolo è stimato essere per una persona che lavora nel campo della sanità circa 16 volte maggiore rispetto a qualsiasi altro lavoratore. Nello specifico gli operatori più esposti risultano essere gli infermieri, con particolare enfasi per quelli operanti nei Pronto Soccorso. I motivi per cui tale contesto di cura è identificato come ambito di lavoro particolarmente vulnerabile sono riconducibili ad un complesso insieme di fattori di rischio (location e dimensione della struttura stessa, tipo di cure fornite, aspetti a carattere psico-emozionale, manifestazioni psicologiche quali tensione, stress, rabbia, paura di outcomes negativi come la morte oltre che sentimenti di perdita, dispiacere, confusione). Influenzano il tutto anche i lunghi tempi di attesa, che sono identificati come una della cause scatenanti maggiori assieme all'overcrowding, cioè il fenomeno globale del sovraffollamento, e la gestione di pazienti con specifiche problematiche, come per esempio quelle mentali, che costituiscono ulteriori fattori di rischio più importanti per le violenze. Scopo Lo scopo di questo lavoro di tesi è quello di identificare quanti operatori sanitari siano stati vittima di violenza nel contesto feltrino, in particolare, le fonti di questa, le tipologie di abusi perpetrati, le conseguenze fisiche/psichiche/lavorative, i turni e i luoghi più a rischio e la formazione del personale sull'argomento. Metodo Non essendo presenti sistemi di reporting interni dei fenomeni di violenza, è stato studiato e somministrato a tutto il personale un questionario composto da 24 domande chiuse inerenti al fenomeno delle aggressioni da parte dei pazienti sul posto di lavoro. Sono state indagate quattro principali tipologie di violenza, cioè quella fisica, quella verbale, quella verbale-telefonica e le molestie sessuali. 2/12 – 16,7% Risultati Dallo studio è emerso che il 94,3% ha subito almeno un fenomeno di violenza; le violenze verbali sono la tipologia maggiormente esperita (90,7%), seguite nell'ordine dalle fisiche (66,7%), dalle verbali-telefoniche (59,2%) ed infine dalle molestie sessuali (16,7%). Incidenze maggiori sono denunciate dagli uomini rispetto alle donne e dalle ausiliarie specializzate rispetto al resto del personale. I fenomeni maggiormente denunciati sono gli sputi (58,3%), gli spintoni (55,6%) e i pizzicotti (41,7%) per gli abusi fisici; le offese/insulti per quelli verbali e verbali-telefonici (83,7% e 71,9%) ed infine le domande/parole a sfondo sessuale non desiderate per le molestie sessuali (100%). Per quanto riguarda le conseguenze delle violenze subite, non risultano esserci ripercussioni significative sia in campo psicologico, che fisico, che lavorativo. Rischio elevato viene attribuito alla sede extraospedaliera (44%), cioè quella dove vi sono meno barriere fisiche tra il perpetratore e la vittima. Si segnala inoltre la pericolosità attribuita dal personale al turno pomeridiano mentre per le violenze sessuali è identificato un rischio maggiore nel turno notturno. Notevoli sono i fenomeni causati da pazienti in stato di ebbrezza/sotto effetto di sostanze stupefacenti e ai famigliari o presunti tali che richiedono informazioni su un paziente al telefono. Nonostante la dimensione non trascurabile del problema, il 66,7% del personale afferma di non avere avuto nessuna formazione sull'argomento. Conclusione In base ai risultati dello studio, si suggeriscono approfondimenti sul campo, in particolare quelli inerenti all'adozione di strumenti di reporting degli eventi violenti a carico del personale e di metodiche per il riconoscimento precoce dell'utente potenzialmente violento. Ciò può essere utile a stimare maggiormente l'entità del problema e i fattori rischio, permettendo così interventi mirati al setting in questione per la prevenzione e il management degli eventi stessi.
2015-11-11
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/20357