Introduzione. Lo scompenso cardiaco è tra le principali patologie croniche a cui sono associati alti tassi di riospedalizzazione, mortalità, morbidità nel mondo, con conseguenti ricadute sull’aspettativa e sulla qualità di vita. Le cure primarie sono il servizio di assistenza più vicino al luogo di vita della persona e negli ultimi anni sono state al centro di profondi cambiamenti associati all’evoluzione demografica ed economica, per affrontare il problema e per rinforzare i servizi sanitari presenti sul territorio. Finalità della tesi. Questa revisione di letteratura si propone di individuare quali sono gli interventi e le strategie di cui l’infermiere nelle cure primarie può servirsi per prevenire la riospedalizzazione delle persone con scompenso cardiaco. Percorso della ricerca. Sono state consultate più banche dati per ottenere diversi risultati adatti allo scopo della tesi, includendo studi pubblicati negli ultimi 10 anni, selezionando campioni di popolazione con l’età dai 65 anni e articoli che promuovessero interventi al domicilio della persona. Risultati principali. La ricerca ha restituito un totale di 279 risultati, i quali sono stati analizzati secondo criteri di inclusione ed esclusione. Successivamente solo 10 articoli sono stati introdotti nella revisione di letteratura. I principali interventi descritti negli studi sono le visite domiciliari, il telemonitoraggio, l’educazione terapeutica e le strategie motivazionali. I principali esiti descritti negli studi sono le riospedalizzazioni, il miglioramento e sostenibilità delle condizioni di salute e della qualità di vita, i quali mostrano in alcuni casi un’eterogeneità dei risultati che dev’essere interpretata in relazione al tipo di studio, alla popolazione, alla durata dello studio e agli interventi. Conclusioni. L’analisi degli studi mostra che l’educazione terapeutica e le strategie motivazionali in un programma strutturato di visite domiciliari e contatti telefonici possono realizzare un’efficace assistenza alla persona, capaci di limitare le riammissioni

Prevenire la riospedalizzazione dei pazienti con scompenso cardiaco: strategie infermieristiche nelle cure primarie

Trivellato, Mauro
2015/2016

Abstract

Introduzione. Lo scompenso cardiaco è tra le principali patologie croniche a cui sono associati alti tassi di riospedalizzazione, mortalità, morbidità nel mondo, con conseguenti ricadute sull’aspettativa e sulla qualità di vita. Le cure primarie sono il servizio di assistenza più vicino al luogo di vita della persona e negli ultimi anni sono state al centro di profondi cambiamenti associati all’evoluzione demografica ed economica, per affrontare il problema e per rinforzare i servizi sanitari presenti sul territorio. Finalità della tesi. Questa revisione di letteratura si propone di individuare quali sono gli interventi e le strategie di cui l’infermiere nelle cure primarie può servirsi per prevenire la riospedalizzazione delle persone con scompenso cardiaco. Percorso della ricerca. Sono state consultate più banche dati per ottenere diversi risultati adatti allo scopo della tesi, includendo studi pubblicati negli ultimi 10 anni, selezionando campioni di popolazione con l’età dai 65 anni e articoli che promuovessero interventi al domicilio della persona. Risultati principali. La ricerca ha restituito un totale di 279 risultati, i quali sono stati analizzati secondo criteri di inclusione ed esclusione. Successivamente solo 10 articoli sono stati introdotti nella revisione di letteratura. I principali interventi descritti negli studi sono le visite domiciliari, il telemonitoraggio, l’educazione terapeutica e le strategie motivazionali. I principali esiti descritti negli studi sono le riospedalizzazioni, il miglioramento e sostenibilità delle condizioni di salute e della qualità di vita, i quali mostrano in alcuni casi un’eterogeneità dei risultati che dev’essere interpretata in relazione al tipo di studio, alla popolazione, alla durata dello studio e agli interventi. Conclusioni. L’analisi degli studi mostra che l’educazione terapeutica e le strategie motivazionali in un programma strutturato di visite domiciliari e contatti telefonici possono realizzare un’efficace assistenza alla persona, capaci di limitare le riammissioni
2015-11-17
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/20394