Introduzione. Le aggressioni nei confronti degli operatori sanitari sono un problema molto diffuso ed in forte crescita. In Italia la Raccomandazione n.8 del 2007 del Ministero della Salute, definisce tali eventi come eventi sentinella che richiedono la messa in atto di opportune iniziative di prevenzione e di protezione. Obiettivo. Obiettivo del lavoro è esplorare tipo e cause di aggressione, identificando possibili soluzioni e strategie a sostegno degli operatori sanitari della A.U.L.S.S. 9 di Treviso. Metodo. E’ stato distribuito un questionario a risposte multiple ad un campione costituito da infermieri, OSS e medici, di alcune unità operative della A.U.L.S.S. 9 di Treviso e dell’ISRAA (Istituto per Servizi di Ricovero ed Assistenza Anziani) di Santa Bona (Treviso) nei mesi di agosto e settembre 2015. Risultati. Sono stati restituiti 140 questionari analizzabili (circa il 64% del campione). Il 97% di chi ha risposto ha subito un’aggressione prevalentemente verbale (38%) e sia fisica che verbale (25%). I principali aggressori sono pazienti ( 55%) e loro caregiver ( 41%). Tutti gli operatori attribuiscono alla violenza subita effetti di tipo psicologico ed emotivo; rabbia e frustrazione sono i sentimenti maggiormente provati. La difficoltà di comunicazione è riconosciuta dal 33% del campione come la difficoltà maggiormente incontrata nell’affrontare le situazioni a rischio. Conclusioni. E’ confermato che nella A.U.L.S.S. 9 di Treviso le aggressioni esistono e che quelle non fisiche si verificano con maggior frequenza rispetto a quelle fisiche. La formazione professionale è considerata dagli operatori sanitari come la strategia più utile per aumentare le proprie competenze.
Aggressioni a danno degli operatori sanitari: indagine esplorativa nella u.l.s.s. 9 di Treviso
Vinciguerra, Maria Addolorata
2015/2016
Abstract
Introduzione. Le aggressioni nei confronti degli operatori sanitari sono un problema molto diffuso ed in forte crescita. In Italia la Raccomandazione n.8 del 2007 del Ministero della Salute, definisce tali eventi come eventi sentinella che richiedono la messa in atto di opportune iniziative di prevenzione e di protezione. Obiettivo. Obiettivo del lavoro è esplorare tipo e cause di aggressione, identificando possibili soluzioni e strategie a sostegno degli operatori sanitari della A.U.L.S.S. 9 di Treviso. Metodo. E’ stato distribuito un questionario a risposte multiple ad un campione costituito da infermieri, OSS e medici, di alcune unità operative della A.U.L.S.S. 9 di Treviso e dell’ISRAA (Istituto per Servizi di Ricovero ed Assistenza Anziani) di Santa Bona (Treviso) nei mesi di agosto e settembre 2015. Risultati. Sono stati restituiti 140 questionari analizzabili (circa il 64% del campione). Il 97% di chi ha risposto ha subito un’aggressione prevalentemente verbale (38%) e sia fisica che verbale (25%). I principali aggressori sono pazienti ( 55%) e loro caregiver ( 41%). Tutti gli operatori attribuiscono alla violenza subita effetti di tipo psicologico ed emotivo; rabbia e frustrazione sono i sentimenti maggiormente provati. La difficoltà di comunicazione è riconosciuta dal 33% del campione come la difficoltà maggiormente incontrata nell’affrontare le situazioni a rischio. Conclusioni. E’ confermato che nella A.U.L.S.S. 9 di Treviso le aggressioni esistono e che quelle non fisiche si verificano con maggior frequenza rispetto a quelle fisiche. La formazione professionale è considerata dagli operatori sanitari come la strategia più utile per aumentare le proprie competenze.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/20410