Introduzione: il Port-a-Cath® è un dispositivo biotecnologico che ha lo scopo di ridurre le complicanze dovute a terapie endovenose a lungo termine. Si usa principalmente in oncologia, in cui le persone assistite sono già provate da esperienze dolorose. Nonostante sia un dispositivo più sicuro dei tradizionali CVC, il Port non è esente da rischi. Le complicanze costituiscono il problema principale da combattere per l’infermiere, così da poter garantire all’assistito un decorso, il più possibile, privo di complicanze. Metodi: gli articoli della letteratura sono stati reperiti tramite le banche dati Pubmed e Cinhal, e anche attraverso i siti internet Gavecelt e Ioveneto. Le parole chiave principalmente usate sono state: venous Port, Port-a-Cath in cancer patients, Port and drug extavasation, Port and nursing. Gli articoli esclusi riguardavano gli assistiti emodializzati e pediatrici. Sono stati analizzati 24 studi pubblicati in lingua inglese. Risultati: gli studi selezionati hanno evidenziato come le principali complicanze associate al Port-a-Cath® siano l’infezione e l’ostruzione, pur non essendo le uniche. Sono emersi anche diversi fattori di rischio che favoriscono l’insorgere di importanti complicanze come lo stravaso di farmaci. È stata rilevata l’importanza della prevenzione e dell’educazione alla persona con Port. Conclusioni: è molto importante educare l’assistito e/o il caregiver al riconoscimento dei segni e sintomi delle complicanze e alla corretta gestione del presidio. L’infermiere ha il compito di fornire alla persona le conoscenze necessarie. Egli ha anche l’obbligo di usare tutti i mezzi disponibili per prevenire l’insorgenza di complicanze, garantendo l’uso corretto del dispositivo. Una buona assistenza si basa anche sulla capacità dell’infermiere di saper riconoscere e trattare precocemente le complicanze.
Prevenire e riconoscere le complicanze nei dispositivi impiantati port-a-cath® in oncologia: dalle evidenze all'educazione
Zago, Francesca
2015/2016
Abstract
Introduzione: il Port-a-Cath® è un dispositivo biotecnologico che ha lo scopo di ridurre le complicanze dovute a terapie endovenose a lungo termine. Si usa principalmente in oncologia, in cui le persone assistite sono già provate da esperienze dolorose. Nonostante sia un dispositivo più sicuro dei tradizionali CVC, il Port non è esente da rischi. Le complicanze costituiscono il problema principale da combattere per l’infermiere, così da poter garantire all’assistito un decorso, il più possibile, privo di complicanze. Metodi: gli articoli della letteratura sono stati reperiti tramite le banche dati Pubmed e Cinhal, e anche attraverso i siti internet Gavecelt e Ioveneto. Le parole chiave principalmente usate sono state: venous Port, Port-a-Cath in cancer patients, Port and drug extavasation, Port and nursing. Gli articoli esclusi riguardavano gli assistiti emodializzati e pediatrici. Sono stati analizzati 24 studi pubblicati in lingua inglese. Risultati: gli studi selezionati hanno evidenziato come le principali complicanze associate al Port-a-Cath® siano l’infezione e l’ostruzione, pur non essendo le uniche. Sono emersi anche diversi fattori di rischio che favoriscono l’insorgere di importanti complicanze come lo stravaso di farmaci. È stata rilevata l’importanza della prevenzione e dell’educazione alla persona con Port. Conclusioni: è molto importante educare l’assistito e/o il caregiver al riconoscimento dei segni e sintomi delle complicanze e alla corretta gestione del presidio. L’infermiere ha il compito di fornire alla persona le conoscenze necessarie. Egli ha anche l’obbligo di usare tutti i mezzi disponibili per prevenire l’insorgenza di complicanze, garantendo l’uso corretto del dispositivo. Una buona assistenza si basa anche sulla capacità dell’infermiere di saper riconoscere e trattare precocemente le complicanze.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/20415