Introduzione. Il ricovero viene vissuto dal bambino come un momento particolarmente difficile in quanto, oltre a vedere la malattia come conseguenza dei suoi comportamenti, il ricovero viene percepito come una punizione. Al danno fisico si unisce un danno psichico determinato dall’ospedalizzazione, dalle cure, dal distacco da figure di riferimento quali la mamma ed il papà e dall’allontanamento dall’ambiente familiare. Vi è quindi la necessità di intervenire con una profilassi attiva il cui elemento determinante è la presenza della figura del genitore accanto al bambino ricoverato. Scopo della ricerca. La revisione della letteratura aveva lo scopo di identificare quali interventi vengono svolti dal genitore/caregiver nell’assistenza notturna al bambino ospedalizzato e quali difficoltà si presentano. Materiali e metodi. La ricerca di letteratura è stata condotta mediante la consultazione attraverso Internet di articoli presenti nella banca dati PubMed. La ricerca ha prodotto 29 risultati in totale e tra questi sono stati selezionati 13 articoli scientifici. Per completare la ricerca sono stati utilizzati testi di infermieristica pediatrica. Risultati. Gli articoli selezionati sono stati suddivisi in due argomenti principali: gli interventi del caregiver nell’assistenza notturna al bambino ospedalizzato e le difficoltà del caregiver riscontrate nel dare assistenza. Quest’ultimo argomento identifica 4 aree: difficoltà nel gestire la stanchezza e il sonno (7 articoli su 13), paura nel lasciare il bambino da solo (4 articoli), scarsa capacità di prendersi cura di sé (4 articoli) e difficoltà nei rapporti familiari (4 articoli). Conclusioni. La ricerca effettuata fa emergere come nel passare degli anni abbia avuto un ruolo sempre più importante la partecipazione del genitore/caregiver all’assistenza del bambino ospedalizzato. Le attività assistenziali affidate al genitore non consistono solamente nel prestare supporto psicologico al bambino, ma anche di svolgere attività semplici (fare il bagno, aiutare nei pasti, cambiare il panno) e più complesse (somministrazione dei farmaci, gestione delle medicazioni, controllo parametri vitali, registrazione assunzione e fuoriuscita di liquidi, uso di tecniche di rilassamento). Le difficoltà del caregiver nell’assistenza notturna al bambino ospedalizzato riguardano la difficoltà nel gestire la stanchezza e il sonno, paura nel lasciare il bambino da solo, 6 scarsa capacità di prendersi cura di sé e difficoltà nel mantenere i rapporti familiari. Per garantire al bambino ospedalizzato la migliore assistenza notturna possibile, è fondamentale il contributo e il coinvolgimento dell’intero sistema familiare, prestando però attenzione alle eventuali difficoltà che il genitore/caregiver può presentare. L’'infermiere dovrebbe perciò possedere un bagaglio di capacità per potenziare quelle della famiglia nel fornire l'assistenza e metterla in grado di interfacciarsi con i diversi ambienti terapeutici.

I genitori e l' assistenza notturna al bambino ospedalizzato: revisione della letteratura

Bettini, Giulia
2015/2016

Abstract

Introduzione. Il ricovero viene vissuto dal bambino come un momento particolarmente difficile in quanto, oltre a vedere la malattia come conseguenza dei suoi comportamenti, il ricovero viene percepito come una punizione. Al danno fisico si unisce un danno psichico determinato dall’ospedalizzazione, dalle cure, dal distacco da figure di riferimento quali la mamma ed il papà e dall’allontanamento dall’ambiente familiare. Vi è quindi la necessità di intervenire con una profilassi attiva il cui elemento determinante è la presenza della figura del genitore accanto al bambino ricoverato. Scopo della ricerca. La revisione della letteratura aveva lo scopo di identificare quali interventi vengono svolti dal genitore/caregiver nell’assistenza notturna al bambino ospedalizzato e quali difficoltà si presentano. Materiali e metodi. La ricerca di letteratura è stata condotta mediante la consultazione attraverso Internet di articoli presenti nella banca dati PubMed. La ricerca ha prodotto 29 risultati in totale e tra questi sono stati selezionati 13 articoli scientifici. Per completare la ricerca sono stati utilizzati testi di infermieristica pediatrica. Risultati. Gli articoli selezionati sono stati suddivisi in due argomenti principali: gli interventi del caregiver nell’assistenza notturna al bambino ospedalizzato e le difficoltà del caregiver riscontrate nel dare assistenza. Quest’ultimo argomento identifica 4 aree: difficoltà nel gestire la stanchezza e il sonno (7 articoli su 13), paura nel lasciare il bambino da solo (4 articoli), scarsa capacità di prendersi cura di sé (4 articoli) e difficoltà nei rapporti familiari (4 articoli). Conclusioni. La ricerca effettuata fa emergere come nel passare degli anni abbia avuto un ruolo sempre più importante la partecipazione del genitore/caregiver all’assistenza del bambino ospedalizzato. Le attività assistenziali affidate al genitore non consistono solamente nel prestare supporto psicologico al bambino, ma anche di svolgere attività semplici (fare il bagno, aiutare nei pasti, cambiare il panno) e più complesse (somministrazione dei farmaci, gestione delle medicazioni, controllo parametri vitali, registrazione assunzione e fuoriuscita di liquidi, uso di tecniche di rilassamento). Le difficoltà del caregiver nell’assistenza notturna al bambino ospedalizzato riguardano la difficoltà nel gestire la stanchezza e il sonno, paura nel lasciare il bambino da solo, 6 scarsa capacità di prendersi cura di sé e difficoltà nel mantenere i rapporti familiari. Per garantire al bambino ospedalizzato la migliore assistenza notturna possibile, è fondamentale il contributo e il coinvolgimento dell’intero sistema familiare, prestando però attenzione alle eventuali difficoltà che il genitore/caregiver può presentare. L’'infermiere dovrebbe perciò possedere un bagaglio di capacità per potenziare quelle della famiglia nel fornire l'assistenza e metterla in grado di interfacciarsi con i diversi ambienti terapeutici.
2015-11-11
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/20683