PROBLEMA: Ruolo fondamentale durante il percorso di cura del paziente oncologico, in trattamento chemioterapico, è assunto dall’infermiere, poiché è compito di quest’ultimo fornire un processo di assistenza “completo” sia tecnico/professionale che umano/relazionale. In letteratura emerge che una buona relazione d’aiuto, fornita al paziente oncologico, in chemioterapia, dall’infermiere, favorisce la diminuzione dello stato d’ansia, aumentando in tal modo il benessere psico-fisico (Vicini, 1998). SCOPO: Determinare quanto sia valente rilevare, nella creazione di un coping efficace allo stress del paziente oncologico in trattamento, l’utilizzo di specifiche tecniche di relazione d’aiuto, con quali modalità vengono attuate dall’infermiere e che tipo di impatto hanno sulle strategie di coping del paziente. DISEGNO DELLO STUDIO: Studio Osservazionale / Descrittivo. CAMPIONE: Il campione di complessivi 8 infermieri che hanno proposto una “relazione d’aiuto” agli assistiti (campione complessivo n.16 pazienti), durante il primo ciclo di chemioterapia, rispettivamente nell’U.O. Day Hospital Oncologico presso il P.O. di Portogruaro, dell’Azienda ULSS 10 “Veneto Orientale” (n. 8 pazienti, n.4 infermieri), e nell’U.O. Day Hospital Oncologico presso il P.O. di San Donà di Piave, dell’Azienda ULSS 10 “Veneto Orientale” (n. 8 pazienti, n.4 infermieri). Sono stati esclusi infermieri con contratto “part-time” e pazienti dal secondo ciclo di trattamento a seguire. METODI E STRUMENTI: E’ stata effettuata una raccolta dati basata sull’osservazione dei pazienti e degli infermieri, coerentemente ai criteri di inclusione/esclusione, in due specifici momenti; durante la prima osservazione si è voluto rilevare, mediante le due schede osservazionali costruite ad hoc seguendo le indicazioni presenti in letteratura: le strategie di coping allo stress messe in atto dal paziente al suo primo ingresso in U.O.; la relazione d’aiuto proposta dal personale infermieristico (nello specifico dall’infermiere che ha accolto il paziente dal primo momento d’ingresso in Unità Operativa). Nella seconda osservazione si è voluto rilevare, sempre per mezzo delle due schede osservazionali utilizzate precedentemente: le strategie di coping allo stress messe in atto dal paziente al suo secondo ciclo di trattamento chemioterapico, la risposta alla relazione d’aiuto precedentemente ricevuta dall’infermiere e se tale relazione può considerarsi una vera e propria strategia di coping allo stress. RISULTATI: L’analisi dei dati osservati ha dimostrato che la “relazione d’aiuto”, proposta dall’infermiere al paziente oncologico in trattamento chemioterapico, può definirsi, a tutti gli effetti, una strategia di “coping allo stress”. Su un campione di n.16 pazienti, ben n.14 (87,5%) hanno evidenziato, dalla prima osservazione (primo ciclo di chemioterapia) alla seconda osservazione (secondo ciclo di chemioterapia) un miglioramento nella gestione dello stress e una conseguente necessità di confrontarsi maggiormente con l’infermiere. Mentre, la relazione d’aiuto proposta dal personale infermieristico, dalla prima osservazione alla seconda, risulta essere “Coerente” in quanto il 100% (n.8 infermieri su un totale di 8) del campione esaminato ha evidenziato di saper mettere in atto le tecniche di una buona relazione d’aiuto, indipendentemente dal paziente. CONCLUSIONI: In base ai risultati dello studio emerge che, oltre a poter considerare la relazione d’aiuto una vera e propria strategia di coping allo stress, di notevole importanza, in un contesto operativo di tipo oncologico, è insita nella capacità dell’infermiere attuare una comunicazione “verbale” e “non verbale” efficace, poiché questo tipo di linguaggio viene percepito dal paziente in modo immediato ed è rilevatore dell’autenticità della relazione con l’operatore. Tanto è importante il “saper comunicare”, quanto lo è il “saper ascoltare” le reali necessità del malato, ma fra il "sapere" e il "saper fare" vi è uno stacco, un vero e proprio salto logico, che va colmato con apprendimenti ad hoc, come corsi di formazione, offerti agli infermieri operanti nelle UU.OO. di Oncologia (day hospital compresi), o una serie di esercizi pratici in cui l'operatore impara ad osservarsi e ad osservare ciò che viene messo effettivamente in gioco nella relazione.

Il paziente oncologico in trattamento chemioterapico: la relazione d'aiuto facilita un coping efficace allo stress?

Buscaglia, Stefano
2015/2016

Abstract

PROBLEMA: Ruolo fondamentale durante il percorso di cura del paziente oncologico, in trattamento chemioterapico, è assunto dall’infermiere, poiché è compito di quest’ultimo fornire un processo di assistenza “completo” sia tecnico/professionale che umano/relazionale. In letteratura emerge che una buona relazione d’aiuto, fornita al paziente oncologico, in chemioterapia, dall’infermiere, favorisce la diminuzione dello stato d’ansia, aumentando in tal modo il benessere psico-fisico (Vicini, 1998). SCOPO: Determinare quanto sia valente rilevare, nella creazione di un coping efficace allo stress del paziente oncologico in trattamento, l’utilizzo di specifiche tecniche di relazione d’aiuto, con quali modalità vengono attuate dall’infermiere e che tipo di impatto hanno sulle strategie di coping del paziente. DISEGNO DELLO STUDIO: Studio Osservazionale / Descrittivo. CAMPIONE: Il campione di complessivi 8 infermieri che hanno proposto una “relazione d’aiuto” agli assistiti (campione complessivo n.16 pazienti), durante il primo ciclo di chemioterapia, rispettivamente nell’U.O. Day Hospital Oncologico presso il P.O. di Portogruaro, dell’Azienda ULSS 10 “Veneto Orientale” (n. 8 pazienti, n.4 infermieri), e nell’U.O. Day Hospital Oncologico presso il P.O. di San Donà di Piave, dell’Azienda ULSS 10 “Veneto Orientale” (n. 8 pazienti, n.4 infermieri). Sono stati esclusi infermieri con contratto “part-time” e pazienti dal secondo ciclo di trattamento a seguire. METODI E STRUMENTI: E’ stata effettuata una raccolta dati basata sull’osservazione dei pazienti e degli infermieri, coerentemente ai criteri di inclusione/esclusione, in due specifici momenti; durante la prima osservazione si è voluto rilevare, mediante le due schede osservazionali costruite ad hoc seguendo le indicazioni presenti in letteratura: le strategie di coping allo stress messe in atto dal paziente al suo primo ingresso in U.O.; la relazione d’aiuto proposta dal personale infermieristico (nello specifico dall’infermiere che ha accolto il paziente dal primo momento d’ingresso in Unità Operativa). Nella seconda osservazione si è voluto rilevare, sempre per mezzo delle due schede osservazionali utilizzate precedentemente: le strategie di coping allo stress messe in atto dal paziente al suo secondo ciclo di trattamento chemioterapico, la risposta alla relazione d’aiuto precedentemente ricevuta dall’infermiere e se tale relazione può considerarsi una vera e propria strategia di coping allo stress. RISULTATI: L’analisi dei dati osservati ha dimostrato che la “relazione d’aiuto”, proposta dall’infermiere al paziente oncologico in trattamento chemioterapico, può definirsi, a tutti gli effetti, una strategia di “coping allo stress”. Su un campione di n.16 pazienti, ben n.14 (87,5%) hanno evidenziato, dalla prima osservazione (primo ciclo di chemioterapia) alla seconda osservazione (secondo ciclo di chemioterapia) un miglioramento nella gestione dello stress e una conseguente necessità di confrontarsi maggiormente con l’infermiere. Mentre, la relazione d’aiuto proposta dal personale infermieristico, dalla prima osservazione alla seconda, risulta essere “Coerente” in quanto il 100% (n.8 infermieri su un totale di 8) del campione esaminato ha evidenziato di saper mettere in atto le tecniche di una buona relazione d’aiuto, indipendentemente dal paziente. CONCLUSIONI: In base ai risultati dello studio emerge che, oltre a poter considerare la relazione d’aiuto una vera e propria strategia di coping allo stress, di notevole importanza, in un contesto operativo di tipo oncologico, è insita nella capacità dell’infermiere attuare una comunicazione “verbale” e “non verbale” efficace, poiché questo tipo di linguaggio viene percepito dal paziente in modo immediato ed è rilevatore dell’autenticità della relazione con l’operatore. Tanto è importante il “saper comunicare”, quanto lo è il “saper ascoltare” le reali necessità del malato, ma fra il "sapere" e il "saper fare" vi è uno stacco, un vero e proprio salto logico, che va colmato con apprendimenti ad hoc, come corsi di formazione, offerti agli infermieri operanti nelle UU.OO. di Oncologia (day hospital compresi), o una serie di esercizi pratici in cui l'operatore impara ad osservarsi e ad osservare ciò che viene messo effettivamente in gioco nella relazione.
2015-11-27
Infermieri (nurses), relazione d’aiuto (helping relationship), counseling (counseling), stress (stress), strategie di coping (coping stategies), paziente oncologico (cancer patient), chemioterapia (chemotherapy).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/20701