Problema: Il dolore è un’esperienza soggettiva che viene sperimentata dall’organismo quando si trova ad affrontare una lesione o un trauma. Il dolore mal valutato e non trattato pone le persone a rischio di complicanze multisistemiche e psicosociali, inoltre può svilupparsi un dolore persistente che non risponde ai trattamenti. La migliore valutazione del dolore è l’autovalutazione da parte dell’assistito. Il problema si evidenzia quando il paziente non è in grado di comunicare il proprio dolore, non permettendo una corretta valutazione, e conseguente gestione del dolore. Ciò avviene soprattutto nelle unità operative di terapia intensiva, dove i pazienti vengono sottoposti a trattamenti come intubazione orotracheale o sedazione, che non permettono loro di comunicare con il professionista che li assiste. Sono stati ideati diversi strumenti per valutare il dolore nel paziente non in grado di comunicare, che possono identificare i casi in cui l’assistito provi dolore, attraverso le risposte comportamentali che mette in atto. Incidenza: Le evidenze scientifiche dimostrano che nel 33% dei pazienti a riposo, ricoverati in terapia intensiva, è presente dolore, che diventa presente in più del 50% dei pazienti durante le procedure come riposizionamento, aspirazione endotracheale o mobilizzazione passiva. Scopo della tesi: Questa revisione di letteratura si propone di confrontare tre strumenti di valutazione del dolore per il paziente non comunicante, attraverso l’analisi di alcuni articoli presenti in letteratura, cercando di identificarne il migliore da poter utilizzare nel contesto clinico. Sono state analizzate la Non-Verbal Pain Scale (NVPS), la Behavioral Pain Scale (BPS) e la Critical-Care Pain Observation Tool (CPOT), tre scale di valutazione comportamentali ideate per il paziente non comunicante. Materiali e metodi: Gli articoli sono stati ricercati nei database Medline e Wiley Online Library, ed estratti dalle referenze di altri articoli. In totale sono stati scelti 12 articoli. Risultati principali: Dal confronto tra gli articoli è emerso che CPOT è risultata il migliore strumento per la valutazione del dolore nel paziente non comunicante nel contesto clinico di terapia intensiva. Sono necessari ulteriori approfondimenti rispetto a pazienti che non sono in grado di mostrare risposte comportamentali o che abbiano lesioni cerebrali. Inoltre si suggerisce di progettare un percorso formativo per tutti i professionisti che operano in terapia intensiva per educare all’utilizzo delle scale di 2 valutazione, per permettere un migliore lavoro di équipe volto ad una migliore gestione del dolore.

Gli strumenti di valutazione del dolore per il paziente critico non comunicante in terapia intensiva. Revisione di letteratura

Carraro, Francesca
2015/2016

Abstract

Problema: Il dolore è un’esperienza soggettiva che viene sperimentata dall’organismo quando si trova ad affrontare una lesione o un trauma. Il dolore mal valutato e non trattato pone le persone a rischio di complicanze multisistemiche e psicosociali, inoltre può svilupparsi un dolore persistente che non risponde ai trattamenti. La migliore valutazione del dolore è l’autovalutazione da parte dell’assistito. Il problema si evidenzia quando il paziente non è in grado di comunicare il proprio dolore, non permettendo una corretta valutazione, e conseguente gestione del dolore. Ciò avviene soprattutto nelle unità operative di terapia intensiva, dove i pazienti vengono sottoposti a trattamenti come intubazione orotracheale o sedazione, che non permettono loro di comunicare con il professionista che li assiste. Sono stati ideati diversi strumenti per valutare il dolore nel paziente non in grado di comunicare, che possono identificare i casi in cui l’assistito provi dolore, attraverso le risposte comportamentali che mette in atto. Incidenza: Le evidenze scientifiche dimostrano che nel 33% dei pazienti a riposo, ricoverati in terapia intensiva, è presente dolore, che diventa presente in più del 50% dei pazienti durante le procedure come riposizionamento, aspirazione endotracheale o mobilizzazione passiva. Scopo della tesi: Questa revisione di letteratura si propone di confrontare tre strumenti di valutazione del dolore per il paziente non comunicante, attraverso l’analisi di alcuni articoli presenti in letteratura, cercando di identificarne il migliore da poter utilizzare nel contesto clinico. Sono state analizzate la Non-Verbal Pain Scale (NVPS), la Behavioral Pain Scale (BPS) e la Critical-Care Pain Observation Tool (CPOT), tre scale di valutazione comportamentali ideate per il paziente non comunicante. Materiali e metodi: Gli articoli sono stati ricercati nei database Medline e Wiley Online Library, ed estratti dalle referenze di altri articoli. In totale sono stati scelti 12 articoli. Risultati principali: Dal confronto tra gli articoli è emerso che CPOT è risultata il migliore strumento per la valutazione del dolore nel paziente non comunicante nel contesto clinico di terapia intensiva. Sono necessari ulteriori approfondimenti rispetto a pazienti che non sono in grado di mostrare risposte comportamentali o che abbiano lesioni cerebrali. Inoltre si suggerisce di progettare un percorso formativo per tutti i professionisti che operano in terapia intensiva per educare all’utilizzo delle scale di 2 valutazione, per permettere un migliore lavoro di équipe volto ad una migliore gestione del dolore.
2015-11-23
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/20708