Problema. L’alimentazione intradialitica è un argomento soggetto ancora oggi a dibattiti. Generalmente, ai pazienti che si sottopongono a emodialisi non è consentito nutrirsi durante il trattamento stesso, principalmente per le seguenti motivazioni: ipotensione post- prandiale, esacerbazione di sintomi gastrointestinali, rischio di aspirazione, controllo delle infezioni e motivi igienici, aumento del carico lavorativo del personale sanitario ed una sua possibile distrazione, maggiore difficoltà nel controllo del diabete e del fosforo, ulteriore dispendio economico. L’obiettivo di questo elaborato sarà quello di capire se l’alimentazione intradialitica possa aumentare la qualità di vita e lo stato nutrizionale del paziente dializzato (entrambi questi aspetti risultano infatti diminuiti) e si cercherà di indagare sui possibili vantaggi a cui questa pratica potrebbe portare. Materiali e metodi. Per reperire il materiale necessario è stato utilizzato Pubmed come principale fonte dei dati, nel quale per la ricerca sono state impiegate solo parole libere. Si è fatto uso anche delle funzioni Pubmed Advanced Search Builder, Similar Articles e per ogni articolo reperito è stata consultata la bibliografia. Nella ricerca è stato impostato come filtro “Publication dates 10 years”. Sono state consultate anche le linee guida NFK DOQI. Risultati della ricerca. Oltre agli svantaggi elencati dai professionisti sanitari, dalla ricerca sono emersi importanti vantaggi dell’alimentazione intradialitica: riduce la mortalità e morbidità, migliora lo stato nutrizionale, favorisce l’omeostasi proteica, aumenta l’adesione del paziente e la sua soddisfazione, costituisce un’opportunità per educare il paziente, migliora il controllo della glicemia, aumenta la qualità di vita del paziente, riduce la percentuale di ospedalizzazione e quindi potrebbe essere un modo per ridurre i costi che incidono sulla sanità. Discussione ed implicazioni per l’infermieristica. La nutrizione intradialitica presenta punti di debolezza ma anche validi punti di forza, tra cui quello di migliorare la qualità di vita del paziente. Se ci si chiede a quale tipologia di pazienti fornire alimenti in corso di trattamento emodialitico, un esempio potrebbe essere rappresentato dai pazienti diabetici o che sono stabili da un punto di vista emodinamico (cioè che non hanno presentato episodi ipotensivi o che non sono affetti da patologie cardiovascolari). Pur essendo ben tollerata in questa popolazione, rimane ancora da chiarire se i benefici della nutrizione intradialitica a breve termine possano effettivamente tradursi in vantaggi a lungo termine.

Efficacia dell'alimentazione in corso di dialisi extracorporea. Competenze educative per l'infermiere

Cecinati, Laura
2015/2016

Abstract

Problema. L’alimentazione intradialitica è un argomento soggetto ancora oggi a dibattiti. Generalmente, ai pazienti che si sottopongono a emodialisi non è consentito nutrirsi durante il trattamento stesso, principalmente per le seguenti motivazioni: ipotensione post- prandiale, esacerbazione di sintomi gastrointestinali, rischio di aspirazione, controllo delle infezioni e motivi igienici, aumento del carico lavorativo del personale sanitario ed una sua possibile distrazione, maggiore difficoltà nel controllo del diabete e del fosforo, ulteriore dispendio economico. L’obiettivo di questo elaborato sarà quello di capire se l’alimentazione intradialitica possa aumentare la qualità di vita e lo stato nutrizionale del paziente dializzato (entrambi questi aspetti risultano infatti diminuiti) e si cercherà di indagare sui possibili vantaggi a cui questa pratica potrebbe portare. Materiali e metodi. Per reperire il materiale necessario è stato utilizzato Pubmed come principale fonte dei dati, nel quale per la ricerca sono state impiegate solo parole libere. Si è fatto uso anche delle funzioni Pubmed Advanced Search Builder, Similar Articles e per ogni articolo reperito è stata consultata la bibliografia. Nella ricerca è stato impostato come filtro “Publication dates 10 years”. Sono state consultate anche le linee guida NFK DOQI. Risultati della ricerca. Oltre agli svantaggi elencati dai professionisti sanitari, dalla ricerca sono emersi importanti vantaggi dell’alimentazione intradialitica: riduce la mortalità e morbidità, migliora lo stato nutrizionale, favorisce l’omeostasi proteica, aumenta l’adesione del paziente e la sua soddisfazione, costituisce un’opportunità per educare il paziente, migliora il controllo della glicemia, aumenta la qualità di vita del paziente, riduce la percentuale di ospedalizzazione e quindi potrebbe essere un modo per ridurre i costi che incidono sulla sanità. Discussione ed implicazioni per l’infermieristica. La nutrizione intradialitica presenta punti di debolezza ma anche validi punti di forza, tra cui quello di migliorare la qualità di vita del paziente. Se ci si chiede a quale tipologia di pazienti fornire alimenti in corso di trattamento emodialitico, un esempio potrebbe essere rappresentato dai pazienti diabetici o che sono stabili da un punto di vista emodinamico (cioè che non hanno presentato episodi ipotensivi o che non sono affetti da patologie cardiovascolari). Pur essendo ben tollerata in questa popolazione, rimane ancora da chiarire se i benefici della nutrizione intradialitica a breve termine possano effettivamente tradursi in vantaggi a lungo termine.
2015-12-14
Efficacia alimentazione intradialitica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/20717