L’evoluzione della disciplina infermieristica degli ultimi decenni ha portato anche in Italia l’attenzione sulla necessità di un inquadramento teorico della professione che non si limitasse agli aspetti clinici, per cui nuove tematiche come la bioetica e la teoria e filosofia del nursing sono entrate a far parte dei corsi di studio. In ritardo rispetto al mondo anglosassone, possiamo dire che anche nel nostro Paese ora ci avviamo verso quello che Meleis ha definito lo stadio della filosofia. Questo impone ai professionisti non solo di saper fare, ma anche di saper essere e saper pensare di fronte alle crescenti problematiche di bioetica che la professione ci mette davanti. L’infermiere può contare su due tipi di risorse: quelle esterne, tra cui colleghi, Comitato Etico, pubblicazioni, sentenze di organi della giurisprudenza, e quelle interne, per cui è chiamato a dare la sua opinione che deve essere fondata non già sulla stretta conoscenza scientifica ma su qualcosa di diverso. A questo ci serve la teoria del nursing, per questo ci aiutano le riflessioni filosofiche sulla professione: nessun campo tanto quanto la bioetica ci aiuta a capire quanto effimero è il gap teoria/pratica di cui si trova testimonianza in letteratura. Come suggerisce Haigh, molte volte prendiamo delle decisioni che sono basate sul nostro background culturale, professionalmente parlando e non, senza che nemmeno ce ne rendiamo conto. Partendo da tali premesse, questo lavoro si propone come riflessione contestualizzata sul tema della dignità: alle volte non la riconosciamo, molto spesso non ci pensiamo, ma questo concetto pervade la professione infermieristica proprio perché essa si rivolge all’essere umano di cui essa è costituente essenziale. La dignità dell’uomo, insomma, sembra essere un’idea con la quale pensiamo, ma della quale non pensiamo e non siamo consapevoli; un concetto al quale la modernità fa regolarmente riferimento, pur non essendo sempre facilmente comprensibile ciò che con essa si indichi. Con il lavoro di tesi si cerca di dare una risposta ai seguenti quesiti: 1. La dignità può essere considerata un valore intrinseco ad ogni essere umano? 2. È verosimile affermare che si perde la dignità quando si è in uno stato di vulnerabilità? 3. Come il concetto di dignità si declina nell’attività professionale? Nel primo capitolo viene proposta una parte introduttiva centrata sulla definizione del concetto di dignità, con particolare attenzione all’evoluzione storica di questa. Nel testo le parole afferenti all’ambito filosofico e contraddistinte in carattere corsivo fanno riferimento alla definizione che è possibile reperire nel Dizionario di Filosofia a cura di Nicola 2 Abbagnano: in nota è possibile trovare le informazioni essenziali per la comprensione, ma per approfondire si rimanda al vocabolario citato. Nel secondo capitolo si propone un’analisi nei codici e nella legislazione del concetto definito in precedenza, da cui si riscontra la presenza importante e costante della dignità: pensarci, ragionarci sopra e infine trasferirla nell’esercizio professionale non è quindi una questione di sensibilità personale o attitudine, ma ci viene richiesto come impegno razionale e obbligo professionale. Nel terzo capitolo si propone una revisione di letteratura e delle teorie a medio raggio che hanno esplorato e declinato nella pratica clinica il concetto di dignità; un approfondimento specifico è dedicato alla teoria di Chocinov (Dignity theory) e agli strumenti a disposizione dei professionisti.

To cure vs to care: il concetto di dignita nell'esercizio professionale infermieristico. Un'idea con la quale pensiamo, ma della quale non pensiamo

De Nardi, Martina
2015/2016

Abstract

L’evoluzione della disciplina infermieristica degli ultimi decenni ha portato anche in Italia l’attenzione sulla necessità di un inquadramento teorico della professione che non si limitasse agli aspetti clinici, per cui nuove tematiche come la bioetica e la teoria e filosofia del nursing sono entrate a far parte dei corsi di studio. In ritardo rispetto al mondo anglosassone, possiamo dire che anche nel nostro Paese ora ci avviamo verso quello che Meleis ha definito lo stadio della filosofia. Questo impone ai professionisti non solo di saper fare, ma anche di saper essere e saper pensare di fronte alle crescenti problematiche di bioetica che la professione ci mette davanti. L’infermiere può contare su due tipi di risorse: quelle esterne, tra cui colleghi, Comitato Etico, pubblicazioni, sentenze di organi della giurisprudenza, e quelle interne, per cui è chiamato a dare la sua opinione che deve essere fondata non già sulla stretta conoscenza scientifica ma su qualcosa di diverso. A questo ci serve la teoria del nursing, per questo ci aiutano le riflessioni filosofiche sulla professione: nessun campo tanto quanto la bioetica ci aiuta a capire quanto effimero è il gap teoria/pratica di cui si trova testimonianza in letteratura. Come suggerisce Haigh, molte volte prendiamo delle decisioni che sono basate sul nostro background culturale, professionalmente parlando e non, senza che nemmeno ce ne rendiamo conto. Partendo da tali premesse, questo lavoro si propone come riflessione contestualizzata sul tema della dignità: alle volte non la riconosciamo, molto spesso non ci pensiamo, ma questo concetto pervade la professione infermieristica proprio perché essa si rivolge all’essere umano di cui essa è costituente essenziale. La dignità dell’uomo, insomma, sembra essere un’idea con la quale pensiamo, ma della quale non pensiamo e non siamo consapevoli; un concetto al quale la modernità fa regolarmente riferimento, pur non essendo sempre facilmente comprensibile ciò che con essa si indichi. Con il lavoro di tesi si cerca di dare una risposta ai seguenti quesiti: 1. La dignità può essere considerata un valore intrinseco ad ogni essere umano? 2. È verosimile affermare che si perde la dignità quando si è in uno stato di vulnerabilità? 3. Come il concetto di dignità si declina nell’attività professionale? Nel primo capitolo viene proposta una parte introduttiva centrata sulla definizione del concetto di dignità, con particolare attenzione all’evoluzione storica di questa. Nel testo le parole afferenti all’ambito filosofico e contraddistinte in carattere corsivo fanno riferimento alla definizione che è possibile reperire nel Dizionario di Filosofia a cura di Nicola 2 Abbagnano: in nota è possibile trovare le informazioni essenziali per la comprensione, ma per approfondire si rimanda al vocabolario citato. Nel secondo capitolo si propone un’analisi nei codici e nella legislazione del concetto definito in precedenza, da cui si riscontra la presenza importante e costante della dignità: pensarci, ragionarci sopra e infine trasferirla nell’esercizio professionale non è quindi una questione di sensibilità personale o attitudine, ma ci viene richiesto come impegno razionale e obbligo professionale. Nel terzo capitolo si propone una revisione di letteratura e delle teorie a medio raggio che hanno esplorato e declinato nella pratica clinica il concetto di dignità; un approfondimento specifico è dedicato alla teoria di Chocinov (Dignity theory) e agli strumenti a disposizione dei professionisti.
2015-12-15
Dignità, etica, codice professionale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/20750