Il trapianto epatico è il trattamento ideale per pazienti affetti da carcinoma epatocellulare in stadio primitivo e malattie epatiche croniche. Considerando la carenza di organi, trattamenti alternativi devono essere adottati con lo scopo di minimizzare il ritiro della lista d’attesa, e in caso di ricorrenza entro i criteri accettati, il trapianto di salvataggio può essere considerato. La resezione chirurgica è uno dei trattamenti più efficaci, con la possibilità di una radicalità oncologica e un’analisi patologica dell’esemplare. Aldilà questi vantaggi teorici, la strategia chirurgica non può essere applicata a tutti i pazienti a causa delle funzioni epatiche disomogenee così come l’ammontare del parenchima che deve essere resecato non permette una rimanenza epatica futura sufficiente. Inoltre, la resezione per via laparotomica può condurre a forti adesioni intraddominali in un contesto di ipertensione portale e, come conseguenza potenziale, un aumento della difficoltà del trapianto con un innalzamento della morbosità. La resezione epatica laparoscopica viene adesso eseguita come una procedura di routine nei centri di terzo rinvio, con crescente evidenza di risultati a lungo termine paragonabili alla chirurgia tradizionale insieme ai vantaggi di un approccio minimamente invasivo. Inoltre, con la strategia del trapianto di salvataggio, che è stata dimostrata essere comparabile al trapianto primario, il paziente può vivere con il suo fegato nativo evitando una procedura invasiva e immunosoppressione a lungo termine, permettendo l’uso del trapianto epatico per la comunità. Presentiamo i risultati di un’esperienza multi-centro in Italia di trapianti epatici di salvataggio seguendo la recidiva dell’epatocarcinoma inizialmente trattato tramite resezione laparoscopica in 31 pazienti, eseguita da quattro centri di riferimento. Il tempo operatorio medio per il trapianto è stato di 450 minuti, morbosità del 41.9%, la mortalità a 90 giorni è stata del 3.2% e la lunghezza media post-operatoria di stato è stata di 17.9 giorni. Il trapianto di salvataggio in seguito a resezione epatica laparoscopica per epatocarcinoma è comparabile alla chirurgia aperta in termini di tempo, radicalità oncologica, morbosità e mortalità, con i vantaggi della chirurgia laparoscopica.

Trapianto di salvataggio per recidiva di epatocarcinoma dopo resezione epatica videolaparoscopica

Garbi, Rudy
2015/2016

Abstract

Il trapianto epatico è il trattamento ideale per pazienti affetti da carcinoma epatocellulare in stadio primitivo e malattie epatiche croniche. Considerando la carenza di organi, trattamenti alternativi devono essere adottati con lo scopo di minimizzare il ritiro della lista d’attesa, e in caso di ricorrenza entro i criteri accettati, il trapianto di salvataggio può essere considerato. La resezione chirurgica è uno dei trattamenti più efficaci, con la possibilità di una radicalità oncologica e un’analisi patologica dell’esemplare. Aldilà questi vantaggi teorici, la strategia chirurgica non può essere applicata a tutti i pazienti a causa delle funzioni epatiche disomogenee così come l’ammontare del parenchima che deve essere resecato non permette una rimanenza epatica futura sufficiente. Inoltre, la resezione per via laparotomica può condurre a forti adesioni intraddominali in un contesto di ipertensione portale e, come conseguenza potenziale, un aumento della difficoltà del trapianto con un innalzamento della morbosità. La resezione epatica laparoscopica viene adesso eseguita come una procedura di routine nei centri di terzo rinvio, con crescente evidenza di risultati a lungo termine paragonabili alla chirurgia tradizionale insieme ai vantaggi di un approccio minimamente invasivo. Inoltre, con la strategia del trapianto di salvataggio, che è stata dimostrata essere comparabile al trapianto primario, il paziente può vivere con il suo fegato nativo evitando una procedura invasiva e immunosoppressione a lungo termine, permettendo l’uso del trapianto epatico per la comunità. Presentiamo i risultati di un’esperienza multi-centro in Italia di trapianti epatici di salvataggio seguendo la recidiva dell’epatocarcinoma inizialmente trattato tramite resezione laparoscopica in 31 pazienti, eseguita da quattro centri di riferimento. Il tempo operatorio medio per il trapianto è stato di 450 minuti, morbosità del 41.9%, la mortalità a 90 giorni è stata del 3.2% e la lunghezza media post-operatoria di stato è stata di 17.9 giorni. Il trapianto di salvataggio in seguito a resezione epatica laparoscopica per epatocarcinoma è comparabile alla chirurgia aperta in termini di tempo, radicalità oncologica, morbosità e mortalità, con i vantaggi della chirurgia laparoscopica.
2015-11-13
Trapianto di salvataggio epatico – carcinoma epatocellulare – chirurgia epatica laparoscopica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/20786