Background. Durante il ricovero ospedaliero, agli assistiti viene spesso modificato il piano terapeutico. In merito alla nuova terapia farmacologica, spesso i pazienti non vengono sufficientemente educati circa la ragione, le indicazioni, lo scopo, le modalità di assunzione e i possibili effetti collaterali. Ciò può essere dovuto a molteplici fattori rappresentando un problema per il paziente in vista della dimissione e dell’assunzione domiciliare. Obiettivi. Un primo obiettivo di questo studio è quello di valutare quali informazioni hanno ricevuto i pazienti in merito alla terapia farmacologica somministrata e quella prescritta a domicilio, per poi confrontarle con quelle che, invece, avrebbero voluto ricevere. Un secondo obiettivo è quello di valutare quali informazioni sono soliti dare gli infermieri agli assistiti rispetto i farmaci e quali ritengono essere le principali barriere all’educazione terapeutica. Materiali e metodi. Lo studio è stato condotto su pazienti e infermieri delle Unità Operative di Medicina e di Cardiologia dell’Ospedale di Mirano, utilizzando due questionari creati ex-novo, uno per i pazienti e uno per gli infermieri. Risultati principali. Il 62,5% dei pazienti dovrà assumere a domicilio nuovi farmaci. Il 14,4% dei degenti ha riferito di non aver ricevuto informazioni rispetto ai farmaci che gli venivano somministrati durante la degenza, mentre il 3,8% non ha ricevuto informazioni riguardo a quelli che dovrà assumere a domicilio. Le informazioni ricevute dai pazienti non rispecchiano le loro aspettative soprattutto per quanto riguarda gli effetti indesiderati dei farmaci. L’infermiere è la fonte principale di informazioni ed è proprio a questa figura professionale che gli assistiti si rivolgono per chiedere informazioni (84,9%). Gli infermieri preferiscono dare informazioni durante la degenza piuttosto che alla dimissione; tali informazioni riguardano comunque solo alcuni tipi di farmaci. Il 69,6% degli infermieri non si sente sempre in grado di dare informazioni sui farmaci evidenziando una mancanza di conoscenze specifiche sui farmaci. Conclusioni. In questo studio si è potuto evidenziare come, il bisogno di informazioni del paziente non coincide con quanto in realtà viene detto loro e nemmeno con quanto dichiarano gli infermieri. La figura principale di educatore è stato soprattutto l’infermiere, il quale ha dichiarato di non essere sempre in grado di fornire informazioni.
L'educazione e le conoscenze dell'assistito relative alla terapia farmacologica in relazione alla dimissione: il ruolo dell'infermiere
Gucchierato, Ambra
2015/2016
Abstract
Background. Durante il ricovero ospedaliero, agli assistiti viene spesso modificato il piano terapeutico. In merito alla nuova terapia farmacologica, spesso i pazienti non vengono sufficientemente educati circa la ragione, le indicazioni, lo scopo, le modalità di assunzione e i possibili effetti collaterali. Ciò può essere dovuto a molteplici fattori rappresentando un problema per il paziente in vista della dimissione e dell’assunzione domiciliare. Obiettivi. Un primo obiettivo di questo studio è quello di valutare quali informazioni hanno ricevuto i pazienti in merito alla terapia farmacologica somministrata e quella prescritta a domicilio, per poi confrontarle con quelle che, invece, avrebbero voluto ricevere. Un secondo obiettivo è quello di valutare quali informazioni sono soliti dare gli infermieri agli assistiti rispetto i farmaci e quali ritengono essere le principali barriere all’educazione terapeutica. Materiali e metodi. Lo studio è stato condotto su pazienti e infermieri delle Unità Operative di Medicina e di Cardiologia dell’Ospedale di Mirano, utilizzando due questionari creati ex-novo, uno per i pazienti e uno per gli infermieri. Risultati principali. Il 62,5% dei pazienti dovrà assumere a domicilio nuovi farmaci. Il 14,4% dei degenti ha riferito di non aver ricevuto informazioni rispetto ai farmaci che gli venivano somministrati durante la degenza, mentre il 3,8% non ha ricevuto informazioni riguardo a quelli che dovrà assumere a domicilio. Le informazioni ricevute dai pazienti non rispecchiano le loro aspettative soprattutto per quanto riguarda gli effetti indesiderati dei farmaci. L’infermiere è la fonte principale di informazioni ed è proprio a questa figura professionale che gli assistiti si rivolgono per chiedere informazioni (84,9%). Gli infermieri preferiscono dare informazioni durante la degenza piuttosto che alla dimissione; tali informazioni riguardano comunque solo alcuni tipi di farmaci. Il 69,6% degli infermieri non si sente sempre in grado di dare informazioni sui farmaci evidenziando una mancanza di conoscenze specifiche sui farmaci. Conclusioni. In questo studio si è potuto evidenziare come, il bisogno di informazioni del paziente non coincide con quanto in realtà viene detto loro e nemmeno con quanto dichiarano gli infermieri. La figura principale di educatore è stato soprattutto l’infermiere, il quale ha dichiarato di non essere sempre in grado di fornire informazioni.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/20822