PROBLEMA: Negli anni ’60 e ’70 scienziati sociali, filosofi e politici iniziarono ad esprimere interesse per il concetto di qualità della vita e di standard di vita. In modo semplificato si potrebbe definire la qualità della vita come “percezione del singolo individuo della propria posizione all’interno del sistema culturale e dei valori in cui vive,in relazione alle proprie aspettative”. (OMS, 1946) Tale concetto è divenuto trainante per tutti quei bisogni umani che sono spesso trascurati da un tipo di assistenza sanitaria sempre più dominata dalla tecnologia e quindi per dare risalto alla percezione soggettiva del paziente. In psichiatria il punto di vista soggettivo può venire in tutto o in parte compromesso dal quadro patologico, e tuttavia va preso in seria considerazione. La questione “se la cura fosse in taluni casi peggiore della malattia” si è venuta definendo nella psichiatria istituzionale in relazione al trattamento farmacologico di alcune patologie. Parecchi pazienti preferirebbero conservare i sintomi della malattia piuttosto che soffrire di effetti collaterali che a volte risultano non solo sgradevoli, ma anche socialmente evidenti e dunque stigmatizzanti. Questi aspetti emergono in modo significativo nei pazienti schizofrenici. SCOPO: Lo scopo di questo studio è d’indagare i vissuti dei pazienti affetti da schizofrenia e determinare quali aspetti abbiano una significativa influenza sulla loro percezione della qualità della vita, lo studio si propone inoltre di valutare se la rilevazione tramite il Lancashire Quality of Life Profile possa fornire elementi utili per l’individuazione degli interventi più adeguati ad un miglioramento della qualità della vita nel caso concreto. DISEGNO DELLO STUDIO: Studio di tipo quantitativo – semi sperimentale. CAMPIONE: Il campione totale intervistato è costituito da n. 34 pazienti seguiti dai Centri di Salute mentale della ULSS n.10 – Veneto Orientale di cui n. 20 di San Donà di Piave (59%) e i restanti 14 (41%) di Portogruaro. METODI E STRUMENTI: E’ stato scelto come strumento di rilevazione il Lancashire Quality of life Profile, indicato per le aree tematiche trattate e in ragione della facilità con cui esso è accettato dai pazienti. A ogni partecipante è stata richiesta la collaborazione per compilare il questionario con tempi e modi opportuni e individualmente, avendo cura di fare in modo che le risposte di ciascun intervistato non venissero influenzate da quelle degli altri. RISULTATI: l’analisi dei dati ha dimostrato che i pazienti, contrariamente a quanto ci si possa aspettare, hanno una buona concezione della loro qualità di vita nonostante una valutazione per lo più negativa degli aspetti relativi all’ autostima ed alla condizione lavorativa. CONCLUSIONI: l’attività d’indagine condotta attraverso il Lancashire Quality of life Profile ha evidenziato in molti soggetti aspetti degni di ammirazione, sia per la determinazione ad avere una vita il più possibile “ normale” sia per la capacità di mantenere una, sia pur sofferta, serenità nonostante la disabilità mentale e le fonti di turbamento da essa derivanti. Lo sforzo maggiore va dunque fatto dai professionisti sanitari che si trovano a contatto con loro, i quali non devono mai smettere di investire in questi pazienti e cercare, quanto più possibile, di potenziare gli interventi in quelle aree dove i pazienti hanno espresso una percezione negativa di sé stessi.

La qualità della vita del paziente schizofrenico: aspetti oggettivi e soggettivi

Lupis, Chiara
2015/2016

Abstract

PROBLEMA: Negli anni ’60 e ’70 scienziati sociali, filosofi e politici iniziarono ad esprimere interesse per il concetto di qualità della vita e di standard di vita. In modo semplificato si potrebbe definire la qualità della vita come “percezione del singolo individuo della propria posizione all’interno del sistema culturale e dei valori in cui vive,in relazione alle proprie aspettative”. (OMS, 1946) Tale concetto è divenuto trainante per tutti quei bisogni umani che sono spesso trascurati da un tipo di assistenza sanitaria sempre più dominata dalla tecnologia e quindi per dare risalto alla percezione soggettiva del paziente. In psichiatria il punto di vista soggettivo può venire in tutto o in parte compromesso dal quadro patologico, e tuttavia va preso in seria considerazione. La questione “se la cura fosse in taluni casi peggiore della malattia” si è venuta definendo nella psichiatria istituzionale in relazione al trattamento farmacologico di alcune patologie. Parecchi pazienti preferirebbero conservare i sintomi della malattia piuttosto che soffrire di effetti collaterali che a volte risultano non solo sgradevoli, ma anche socialmente evidenti e dunque stigmatizzanti. Questi aspetti emergono in modo significativo nei pazienti schizofrenici. SCOPO: Lo scopo di questo studio è d’indagare i vissuti dei pazienti affetti da schizofrenia e determinare quali aspetti abbiano una significativa influenza sulla loro percezione della qualità della vita, lo studio si propone inoltre di valutare se la rilevazione tramite il Lancashire Quality of Life Profile possa fornire elementi utili per l’individuazione degli interventi più adeguati ad un miglioramento della qualità della vita nel caso concreto. DISEGNO DELLO STUDIO: Studio di tipo quantitativo – semi sperimentale. CAMPIONE: Il campione totale intervistato è costituito da n. 34 pazienti seguiti dai Centri di Salute mentale della ULSS n.10 – Veneto Orientale di cui n. 20 di San Donà di Piave (59%) e i restanti 14 (41%) di Portogruaro. METODI E STRUMENTI: E’ stato scelto come strumento di rilevazione il Lancashire Quality of life Profile, indicato per le aree tematiche trattate e in ragione della facilità con cui esso è accettato dai pazienti. A ogni partecipante è stata richiesta la collaborazione per compilare il questionario con tempi e modi opportuni e individualmente, avendo cura di fare in modo che le risposte di ciascun intervistato non venissero influenzate da quelle degli altri. RISULTATI: l’analisi dei dati ha dimostrato che i pazienti, contrariamente a quanto ci si possa aspettare, hanno una buona concezione della loro qualità di vita nonostante una valutazione per lo più negativa degli aspetti relativi all’ autostima ed alla condizione lavorativa. CONCLUSIONI: l’attività d’indagine condotta attraverso il Lancashire Quality of life Profile ha evidenziato in molti soggetti aspetti degni di ammirazione, sia per la determinazione ad avere una vita il più possibile “ normale” sia per la capacità di mantenere una, sia pur sofferta, serenità nonostante la disabilità mentale e le fonti di turbamento da essa derivanti. Lo sforzo maggiore va dunque fatto dai professionisti sanitari che si trovano a contatto con loro, i quali non devono mai smettere di investire in questi pazienti e cercare, quanto più possibile, di potenziare gli interventi in quelle aree dove i pazienti hanno espresso una percezione negativa di sé stessi.
2015-11-27
qualità  della vita (quality of life), schizofrenia (schizoprenia), questionario di lancashire (Lancashire quality of life profile)
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/20837