PROBLEMA: In Italia il ricorso ai mezzi di contenzione nelle RSA varia dal 41,7% dell‟Emilia-Romagna al 17,5% dell‟Abruzzo al 25% del Veneto1. Secondo gli articoli 13 e 32 della Costituzione della Repubblica Italiana (1947), un trattamento sanitario deve essere sempre incentrato sul rispetto della dignità e della libertà della persona: la contenzione fisica si configura quale intervento in antitesi a questi principi. Le limitate conoscenze delle alternative alla contenzione fisica evidenziano la necessità di interventi formativi finalizzati alla revisione delle motivazioni che spingono all‟utilizzo della contenzione, all‟applicazione di linee guida, al miglioramento delle competenze infermieristiche per ridurre il ricorso alla contenzione attraverso strategie alternative. SCOPO: Valutare l‟efficacia delle alternative alla contenzione fisica per ridurre l‟uso e la durata di utilizzo di quest‟ultime. CAMPIONE: adulti >18 anni di età con diagnosi psichiatriche, disturbi cognitivi, allettati, con comportamenti distruttivi, a rischio di caduta, anziani fragili, e malati gravi in genere incontinenti o incapaci di svolgere attività quotidiane. METODI E STRUMENTI: Si è proceduto ricercando articoli che valutassero l‟efficacia delle alternative alle restrizioni. La strategia individuata per identificare gli studi ha incluso la consultazione dei seguenti database elettronici: MedLine, Scopus, Cochrane Library, CINAHL, EBN Guidelines, Joanna Bringgs Institute, Google Scholar. RISULTATI: Sono stati reperiti 10 studi: 1 studio di tipo osservazionale cross-sectional condotto in Italia, 1 studio controllato randomizzato condotto in Germani e 8 revisioni sistematiche. Quest‟ultime condotte in: Italia; USA; Gran Bretagna; Nuova Zelanda, Australia e Hong Kong; Canada. DISCUSSIONE: Da quanto emerso da questa revisione bibliografica, le alternative alla contenzione fisica si sono dimostrate efficaci, in modo generale, nel ridurre l‟uso e/o la durata dei mezzi di contenzione fisica. Esse, inoltre, hanno contribuito a ridurre di conseguenza tutti i danni diretti e indiretti provocati dalle restrizioni. Le alternative alla contenzione fisica porteranno un aumento del benessere e del confort, un benessere fisico e psichico del paziente. In buona sostanza si può affermare che, per la clinica come per la giurisprudenza, la contenzione di per sé non va esaltata né demonizzata, essendo compresa tra gli atti medici cui è possibile ricorrere se necessario. La condizione da cui non si può prescindere perché tale pratica sia da considerare un atto accettabile si basa sulla corretta prescrizione e valutazione precedente di alternative. È necessario che gli operatori siano consapevoli del carattere di estrema necessità o di urgenza che tale atto assume, e che il ricorrervi presuppone che prima si siano tentati, per il tempo necessario alla risoluzione del problema specifico, trattamenti consoni e più usuali, ma che non abbiano ottenuto l‟effetto sperato. CONCLUSIONE: La qualità metodologica degli studi è limitata. I risultati di questa revisione bibliografica suggeriscono la necessità di condurre futuri studi che valutino direttamente l‟efficacia di ogni singolo intervento alternativo rispetto a una tipologia specifica di soggetti. Un ulteriore spunto per le ricerche future potrebbe riguardare un‟indagine sui costi che le alternative alle contenzioni portano alle strutture. Key words: Physical restraints, alternative to physical restraints, nurse, nurses, adverse effects, ethics, utilization, elderly, disorders mental

La contenzione fisica: quali alternative?

Niero, Giulia
2015/2016

Abstract

PROBLEMA: In Italia il ricorso ai mezzi di contenzione nelle RSA varia dal 41,7% dell‟Emilia-Romagna al 17,5% dell‟Abruzzo al 25% del Veneto1. Secondo gli articoli 13 e 32 della Costituzione della Repubblica Italiana (1947), un trattamento sanitario deve essere sempre incentrato sul rispetto della dignità e della libertà della persona: la contenzione fisica si configura quale intervento in antitesi a questi principi. Le limitate conoscenze delle alternative alla contenzione fisica evidenziano la necessità di interventi formativi finalizzati alla revisione delle motivazioni che spingono all‟utilizzo della contenzione, all‟applicazione di linee guida, al miglioramento delle competenze infermieristiche per ridurre il ricorso alla contenzione attraverso strategie alternative. SCOPO: Valutare l‟efficacia delle alternative alla contenzione fisica per ridurre l‟uso e la durata di utilizzo di quest‟ultime. CAMPIONE: adulti >18 anni di età con diagnosi psichiatriche, disturbi cognitivi, allettati, con comportamenti distruttivi, a rischio di caduta, anziani fragili, e malati gravi in genere incontinenti o incapaci di svolgere attività quotidiane. METODI E STRUMENTI: Si è proceduto ricercando articoli che valutassero l‟efficacia delle alternative alle restrizioni. La strategia individuata per identificare gli studi ha incluso la consultazione dei seguenti database elettronici: MedLine, Scopus, Cochrane Library, CINAHL, EBN Guidelines, Joanna Bringgs Institute, Google Scholar. RISULTATI: Sono stati reperiti 10 studi: 1 studio di tipo osservazionale cross-sectional condotto in Italia, 1 studio controllato randomizzato condotto in Germani e 8 revisioni sistematiche. Quest‟ultime condotte in: Italia; USA; Gran Bretagna; Nuova Zelanda, Australia e Hong Kong; Canada. DISCUSSIONE: Da quanto emerso da questa revisione bibliografica, le alternative alla contenzione fisica si sono dimostrate efficaci, in modo generale, nel ridurre l‟uso e/o la durata dei mezzi di contenzione fisica. Esse, inoltre, hanno contribuito a ridurre di conseguenza tutti i danni diretti e indiretti provocati dalle restrizioni. Le alternative alla contenzione fisica porteranno un aumento del benessere e del confort, un benessere fisico e psichico del paziente. In buona sostanza si può affermare che, per la clinica come per la giurisprudenza, la contenzione di per sé non va esaltata né demonizzata, essendo compresa tra gli atti medici cui è possibile ricorrere se necessario. La condizione da cui non si può prescindere perché tale pratica sia da considerare un atto accettabile si basa sulla corretta prescrizione e valutazione precedente di alternative. È necessario che gli operatori siano consapevoli del carattere di estrema necessità o di urgenza che tale atto assume, e che il ricorrervi presuppone che prima si siano tentati, per il tempo necessario alla risoluzione del problema specifico, trattamenti consoni e più usuali, ma che non abbiano ottenuto l‟effetto sperato. CONCLUSIONE: La qualità metodologica degli studi è limitata. I risultati di questa revisione bibliografica suggeriscono la necessità di condurre futuri studi che valutino direttamente l‟efficacia di ogni singolo intervento alternativo rispetto a una tipologia specifica di soggetti. Un ulteriore spunto per le ricerche future potrebbe riguardare un‟indagine sui costi che le alternative alle contenzioni portano alle strutture. Key words: Physical restraints, alternative to physical restraints, nurse, nurses, adverse effects, ethics, utilization, elderly, disorders mental
2015-11-10
Contenzioni fisiche, alternative alle contenzioni, infermiere, eventi avversi, etica, utilizzazione, anziani, disturbi cognitivi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/20873