Background: Le malattie infiammatorie croniche intestinali (o IBD, dall’inglese Inflammatory Bowel Disease) sono patologie croniche a carattere recidivante e remittente, caratterizzate dall’alternarsi di periodi di remissione e di malattia che compromettono la salute e la qualità di vita dell’individuo. L'insorgenza delle riacutizzazioni non è prevedibile: non sono noti tutti i fattori che possono determinarle, ma alcuni fattori comportamentali (dieta ed esercizio fisico) le influenzano. Studi epidemiologici dimostrano che negli ultimi anni sono aumentate sia l’incidenza delle IBD che la prevalenza di persone obese nei Paesi più sviluppati. Negli obesi le IBD vanno incontro a un maggior numero di recidive. L'obesità è correlata all’aumento del creeping fat, una tipologia di grasso viscerale che contribuisce attivamente alla risposta intestinale infiammatoria e al conseguente aumento delle riaccensioni di malattia. Obiettivo: Indagare se il valore del BMI, considerato correlato alla quantità di creeping fat, possa essere utilizzato come fattore predittivo di riacutizzazione. Verificare se altri fattori come la calprotectina, la PCR, l’albumina possono essere markers predittivi di riaccensione di malattia. Materiali e metodi: Studio retrospettivo basato sull'analisi di 517 cartelle cliniche di pazienti con diagnosi di IBD in cura presso l’ambulatorio di Gastroenterologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova. Per il gruppo dei pazienti in studio sono stati confrontati valori di BMI, calprotectina e PCR rilevati in due visite distinte, una in remissione e una in riaccensione clinica, per verificare se vi sia un aumento di questi valori. Il gruppo di studio è stato poi confrontato con un gruppo di controllo costituito da pazienti che nelle due visite considerate erano in remissione clinica. Risultati: Il BMI rilevato alla diagnosi tende alla significatività per i pazienti in riaccensione clinica (p-value=0,08). I pazienti con Colite Ulcerosa sono più a rischio di riaccensione rispetto a quelli con Malattia di Crohn, per cui a tipologia di malattia è significativa (p-value=0,006). E’ significativo anche il valore della calprotectina, maggiore nei pazienti in riaccensione (p<0,0001). Conclusioni: Il valore di BMI alla diagnosi è inversamente correlato a un buon decorso di malattia. I risultati dimostrano che la calprotectina può essere considerata un fattore predittivo di riaccensione di malattia. Per gli altri parametri sono necessari ulteriori studi con un campione più ampio. Per migliorare l'assistenza a questa tipologia di pazienti sarebbe auspicabile l'introduzione di una figura di infermiere case-manager che possa gestire il percorso di cura e i follow-up sviluppando le capacità di autocura. I parametri identificati come predittivi per le riaccensioni di malattia potranno aiutarlo nelle scelte assistenziali.

Studio retrospettivo sull'influenza del grasso viscerale nelle riacutizzazioni di malattia delle IBD (Malattia di Crohn e Colite Ulcerosa) e implicazioni del Nursing

Padovese, Francesca
2015/2016

Abstract

Background: Le malattie infiammatorie croniche intestinali (o IBD, dall’inglese Inflammatory Bowel Disease) sono patologie croniche a carattere recidivante e remittente, caratterizzate dall’alternarsi di periodi di remissione e di malattia che compromettono la salute e la qualità di vita dell’individuo. L'insorgenza delle riacutizzazioni non è prevedibile: non sono noti tutti i fattori che possono determinarle, ma alcuni fattori comportamentali (dieta ed esercizio fisico) le influenzano. Studi epidemiologici dimostrano che negli ultimi anni sono aumentate sia l’incidenza delle IBD che la prevalenza di persone obese nei Paesi più sviluppati. Negli obesi le IBD vanno incontro a un maggior numero di recidive. L'obesità è correlata all’aumento del creeping fat, una tipologia di grasso viscerale che contribuisce attivamente alla risposta intestinale infiammatoria e al conseguente aumento delle riaccensioni di malattia. Obiettivo: Indagare se il valore del BMI, considerato correlato alla quantità di creeping fat, possa essere utilizzato come fattore predittivo di riacutizzazione. Verificare se altri fattori come la calprotectina, la PCR, l’albumina possono essere markers predittivi di riaccensione di malattia. Materiali e metodi: Studio retrospettivo basato sull'analisi di 517 cartelle cliniche di pazienti con diagnosi di IBD in cura presso l’ambulatorio di Gastroenterologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova. Per il gruppo dei pazienti in studio sono stati confrontati valori di BMI, calprotectina e PCR rilevati in due visite distinte, una in remissione e una in riaccensione clinica, per verificare se vi sia un aumento di questi valori. Il gruppo di studio è stato poi confrontato con un gruppo di controllo costituito da pazienti che nelle due visite considerate erano in remissione clinica. Risultati: Il BMI rilevato alla diagnosi tende alla significatività per i pazienti in riaccensione clinica (p-value=0,08). I pazienti con Colite Ulcerosa sono più a rischio di riaccensione rispetto a quelli con Malattia di Crohn, per cui a tipologia di malattia è significativa (p-value=0,006). E’ significativo anche il valore della calprotectina, maggiore nei pazienti in riaccensione (p<0,0001). Conclusioni: Il valore di BMI alla diagnosi è inversamente correlato a un buon decorso di malattia. I risultati dimostrano che la calprotectina può essere considerata un fattore predittivo di riaccensione di malattia. Per gli altri parametri sono necessari ulteriori studi con un campione più ampio. Per migliorare l'assistenza a questa tipologia di pazienti sarebbe auspicabile l'introduzione di una figura di infermiere case-manager che possa gestire il percorso di cura e i follow-up sviluppando le capacità di autocura. I parametri identificati come predittivi per le riaccensioni di malattia potranno aiutarlo nelle scelte assistenziali.
2015-11-26
IBD; nursing; grasso viscerale; malattia di crohn; colite ulcerosa
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/20883