Il nome e il cognome, la data dell’operazione e un codice identificativo. Queste le informazioni che una giovane donna romana ha trovato scritte su una croce di legno nel cimitero Flaminio di Roma, sette mesi dopo aver intrapreso un aborto terapeutico. Nella testimonianza pubblicata sul suo profilo Facebook, denuncia come, durante l’interruzione di gravidanza, alla domanda se volesse procedere con esequie e sepoltura del feto avesse risposto chiaramente di no. Poco dopo la pubblicazione del post, diverse donne che hanno abortito negli ospedali della capitale scoprono a loro volta i propri nomi scritti su altre croci: le voci di denuncia si uniscono in coro e viene rotto il silenzio pubblico intorno alla sepoltura dei feti e ai cimiteri fetali in Italia. Alla luce delle violazioni accadute a Roma, l’obiettivo di questo studio è quello di comprendere i presupposti storici e normativi della prassi della sepoltura del feto e dell’esistenza dei cimiteri fetali. In relazione ai presupposti storici, per capire l’origine e il motivo di questi luoghi, è stato fondamentale analizzare la concezione storica del corpo della donna e della figura del feto, in particolare dagli anni Sessanta fino ad oggi. Per quanto riguarda i presupposti normativi, nel territorio italiano, nonostante il Regolamento di Polizia Mortuaria disciplini la materia in un determinato modo, sono presenti grandi macchie da leopardo regionali e locali che si distanziano di molto dall’orientamento nazionale. Infine, è stato interessante analizzare il caso romano, che ha creato scalpore non solo in Italia ma anche nei media internazionali.
Corpi in croce: aborto e cimiteri fetali in Italia. Il caso del cimitero Flaminio di Roma.
SERINO, ILARIA
2021/2022
Abstract
Il nome e il cognome, la data dell’operazione e un codice identificativo. Queste le informazioni che una giovane donna romana ha trovato scritte su una croce di legno nel cimitero Flaminio di Roma, sette mesi dopo aver intrapreso un aborto terapeutico. Nella testimonianza pubblicata sul suo profilo Facebook, denuncia come, durante l’interruzione di gravidanza, alla domanda se volesse procedere con esequie e sepoltura del feto avesse risposto chiaramente di no. Poco dopo la pubblicazione del post, diverse donne che hanno abortito negli ospedali della capitale scoprono a loro volta i propri nomi scritti su altre croci: le voci di denuncia si uniscono in coro e viene rotto il silenzio pubblico intorno alla sepoltura dei feti e ai cimiteri fetali in Italia. Alla luce delle violazioni accadute a Roma, l’obiettivo di questo studio è quello di comprendere i presupposti storici e normativi della prassi della sepoltura del feto e dell’esistenza dei cimiteri fetali. In relazione ai presupposti storici, per capire l’origine e il motivo di questi luoghi, è stato fondamentale analizzare la concezione storica del corpo della donna e della figura del feto, in particolare dagli anni Sessanta fino ad oggi. Per quanto riguarda i presupposti normativi, nel territorio italiano, nonostante il Regolamento di Polizia Mortuaria disciplini la materia in un determinato modo, sono presenti grandi macchie da leopardo regionali e locali che si distanziano di molto dall’orientamento nazionale. Infine, è stato interessante analizzare il caso romano, che ha creato scalpore non solo in Italia ma anche nei media internazionali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/39362