L’interesse per la percezione del tempo, dei numeri e della lunghezza ha fornito un’ampia letteratura negli ultimi decenni. Si possono individuare tre teorie cardine: “A Theory Of Magnitude” (ATOM), la quale sostiene l’esistenza di un unico sistema di elaborazione delle tre quantità (Walsh, 2003); gli studi di Dormal et al. (2008, 2012) e Cappelletti et al. (2009, 2011), effettuati su soggetti affetti da malattia di Parkinson ed adulti anziani, che sostengono, invece, l’esistenza di aree cerebrali distinte responsabili del processo di elaborazione del tempo, dei numeri e della dimensione spaziale; l’ipotesi proposta da Newcombe (2015), secondo cui un iniziale sistema di magnitudine comune si differenzierebbe i tre sistemi di elaborazione separati, grazie all’esperienza accumulata nel corso della vita da una persona. La presente ricerca è stata suddivisa in due studi: lo studio 1 ha messo a confronto le performance di un gruppo di soggetti con malattia di Parkinson ed un gruppo di adulti anziani; lo studio 2 ha invece confrontato le prestazioni di un altro gruppo di adulti anziani ed un gruppo di giovani. L’elaborato si propone di verificare come le quantità di tempo, numeri e lunghezza vengano elaborate e rappresentate da queste tre popolazioni campionarie. Ciò è stato indagato tramite tre compiti di bisezione nei quali veniva chiesto ai partecipanti di catalogare degli stimoli in base a degli standard qualitativi, appresi in una fase di pre-test. I risultati ottenuti vanno ad avvalorare l’ipotesi di una dissociazione dei processi di elaborazione delle tre quantità: i soggetti con Parkinson e gli adulti anziani hanno mostrato una maggiore variabilità di risposta agli stimoli temporali ed una minore sensibilità di performance sia nel compito temporale, sia in quello numerico.

L'elaborazione delle quantità di tempo, numeri e lunghezza nella malattia di Parkinson

PIZZOLON, MARTINA
2021/2022

Abstract

L’interesse per la percezione del tempo, dei numeri e della lunghezza ha fornito un’ampia letteratura negli ultimi decenni. Si possono individuare tre teorie cardine: “A Theory Of Magnitude” (ATOM), la quale sostiene l’esistenza di un unico sistema di elaborazione delle tre quantità (Walsh, 2003); gli studi di Dormal et al. (2008, 2012) e Cappelletti et al. (2009, 2011), effettuati su soggetti affetti da malattia di Parkinson ed adulti anziani, che sostengono, invece, l’esistenza di aree cerebrali distinte responsabili del processo di elaborazione del tempo, dei numeri e della dimensione spaziale; l’ipotesi proposta da Newcombe (2015), secondo cui un iniziale sistema di magnitudine comune si differenzierebbe i tre sistemi di elaborazione separati, grazie all’esperienza accumulata nel corso della vita da una persona. La presente ricerca è stata suddivisa in due studi: lo studio 1 ha messo a confronto le performance di un gruppo di soggetti con malattia di Parkinson ed un gruppo di adulti anziani; lo studio 2 ha invece confrontato le prestazioni di un altro gruppo di adulti anziani ed un gruppo di giovani. L’elaborato si propone di verificare come le quantità di tempo, numeri e lunghezza vengano elaborate e rappresentate da queste tre popolazioni campionarie. Ciò è stato indagato tramite tre compiti di bisezione nei quali veniva chiesto ai partecipanti di catalogare degli stimoli in base a degli standard qualitativi, appresi in una fase di pre-test. I risultati ottenuti vanno ad avvalorare l’ipotesi di una dissociazione dei processi di elaborazione delle tre quantità: i soggetti con Parkinson e gli adulti anziani hanno mostrato una maggiore variabilità di risposta agli stimoli temporali ed una minore sensibilità di performance sia nel compito temporale, sia in quello numerico.
2021
The processing of quantities of time, numbers and length in Parkinson's disease
malattia Parkinson
tempo
numero
lunghezza
bisezione
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