The metaphysical exile is the human condition of exclusion from one's being that María Zambrano posits as the basis of the contemporary subject's painful journey. Zambrano points to an inspired and prophetic destination, the placenta of the world, and addresses the reader, whose task it is to continue her thought never untied by the knots of mystery. Zambrano's other key experiences of illness, violence, love, Philosophy and Poetry are reflected in her writings without ever being reduced to a system. Against the modern man of conscience and justice, Zambrano takes us into the reality of a tomb that is at the same time a mother's womb, in which one dies and is reborn, in the story of pity and love. This is the (u)topos of Antigone in which María Zambrano recognizes herself; it is the place where the sacrificed woman sets before us two conditions of history: the delirium of the exile who, like a wandering blind man, through suffering becomes aware of human emptiness, gives voice to that Sophoclean tragic knowledge or "anagnorisis"(unexpected and sudden recognition) and the revelation of las extrañas (the human interior); and love, which from the discovery of lack finds its action, makes Antigone transit between the antagonistic zones of reality, between the underworld and the heavens, realizes contradictions. This research therefore aims not at Zambrano's view of the love, the dream and the exile in order to find the place where the human finally gets the things standing at their side; and not anymore standing in front of them, destroying his own soul.

L’esilio metafisico è la condizione umana di esclusione dal proprio essere che María Zambrano pone come base del doloroso viaggio del soggetto contemporaneo. Zambrano indica una destinazione ispirata e profetica, la placenta del mondo, e si rivolge al lettore, il quale ha il compito di continuare il suo pensiero mai sciolto dai nodi del mistero. Le altre esperienze chiave di Zambrano della malattia, della violenza, dell’amore, della Filosofia e della Poesia si riflettono nei suoi scritti senza mai ridursi a sistema. Contro l’uomo moderno della coscienza e della giustizia, Zambrano ci porta nella realtà di una tomba che è allo stesso tempo ventre materno, in cui si muore e si rinasce, nella storia della pietà e dell’amore. È questo l’(u)topos di Antigone in cui si riconosce María Zambrano, è il luogo in cui la donna sacrificata ci pone davanti due condizioni della storia: il delirio dell’esiliato che, come un cieco errante, attraverso la sofferenza prende coscienza del vuoto umano, dà voce a quel sapere tragico sofocleo o “anagnorisis”(riconoscimento inaspettato e improvviso) e alla rivelazione de "las extrañas" (l’intimo umano); e l’amore, che dalla scoperta della mancanza trova la sua azione, fa transitare Antigone tra le zone antagonistiche della realtà, tra gli inferi e i cieli, realizza le contraddizioni. Questa ricerca quindi si pone come obiettivo il dispiegarsi dell’intreccio creato dal trascendente Amore, insieme alle figure del sogno, dell’esilio e del sacrificio per indicare il pensiero dell’oltre ("mas allà") proposto da Zambrano, cioè quel luogo in cui il soggetto trova l’istinto iniziatico e finalmente si mette al lato delle cose, e non più di fronte ad esse disgregandosi dall’anima.

Il delirio e l'amore in María Zambrano

PACCHIN, SARA
2022/2023

Abstract

The metaphysical exile is the human condition of exclusion from one's being that María Zambrano posits as the basis of the contemporary subject's painful journey. Zambrano points to an inspired and prophetic destination, the placenta of the world, and addresses the reader, whose task it is to continue her thought never untied by the knots of mystery. Zambrano's other key experiences of illness, violence, love, Philosophy and Poetry are reflected in her writings without ever being reduced to a system. Against the modern man of conscience and justice, Zambrano takes us into the reality of a tomb that is at the same time a mother's womb, in which one dies and is reborn, in the story of pity and love. This is the (u)topos of Antigone in which María Zambrano recognizes herself; it is the place where the sacrificed woman sets before us two conditions of history: the delirium of the exile who, like a wandering blind man, through suffering becomes aware of human emptiness, gives voice to that Sophoclean tragic knowledge or "anagnorisis"(unexpected and sudden recognition) and the revelation of las extrañas (the human interior); and love, which from the discovery of lack finds its action, makes Antigone transit between the antagonistic zones of reality, between the underworld and the heavens, realizes contradictions. This research therefore aims not at Zambrano's view of the love, the dream and the exile in order to find the place where the human finally gets the things standing at their side; and not anymore standing in front of them, destroying his own soul.
2022
Delirium and love in María Zambrano
L’esilio metafisico è la condizione umana di esclusione dal proprio essere che María Zambrano pone come base del doloroso viaggio del soggetto contemporaneo. Zambrano indica una destinazione ispirata e profetica, la placenta del mondo, e si rivolge al lettore, il quale ha il compito di continuare il suo pensiero mai sciolto dai nodi del mistero. Le altre esperienze chiave di Zambrano della malattia, della violenza, dell’amore, della Filosofia e della Poesia si riflettono nei suoi scritti senza mai ridursi a sistema. Contro l’uomo moderno della coscienza e della giustizia, Zambrano ci porta nella realtà di una tomba che è allo stesso tempo ventre materno, in cui si muore e si rinasce, nella storia della pietà e dell’amore. È questo l’(u)topos di Antigone in cui si riconosce María Zambrano, è il luogo in cui la donna sacrificata ci pone davanti due condizioni della storia: il delirio dell’esiliato che, come un cieco errante, attraverso la sofferenza prende coscienza del vuoto umano, dà voce a quel sapere tragico sofocleo o “anagnorisis”(riconoscimento inaspettato e improvviso) e alla rivelazione de "las extrañas" (l’intimo umano); e l’amore, che dalla scoperta della mancanza trova la sua azione, fa transitare Antigone tra le zone antagonistiche della realtà, tra gli inferi e i cieli, realizza le contraddizioni. Questa ricerca quindi si pone come obiettivo il dispiegarsi dell’intreccio creato dal trascendente Amore, insieme alle figure del sogno, dell’esilio e del sacrificio per indicare il pensiero dell’oltre ("mas allà") proposto da Zambrano, cioè quel luogo in cui il soggetto trova l’istinto iniziatico e finalmente si mette al lato delle cose, e non più di fronte ad esse disgregandosi dall’anima.
Pietà
Sacrificio
Esilio
María Zambrano
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/44624