La vite è una pianta costantemente attaccati dai microbi. Si basano su entrambe le difese preformate e sul loro sistema immunitario innato per difendersi dai patogeni microbici. Entrambi, grazie a processi evolutivi, hanno sviluppato caratteristiche per combattersi a vicenda; la pianta è dotata di sofisticati e rapidi meccanismi di difesa, mentre i loro patogeni hanno sviluppato armi per superare tali difese. In particolare, ci sono: le barriere strutturali preformate, che sono fattori di resistenza che agiscono prima della penetrazione del patogeno come le cere. Mentre nelle difese indotte, i meccanismi di resistenza che interferiscono con i meccanismi di penetrazione del microrganismo, ed impediscono/inibiscono la formazione di relazioni pianta/patogeno, e limitano la diffusione del patogeno nei tessuti dell’ospite. I meccanismi di resistenza attivi comportano reazioni complesse a livello cellulare e biochimico e sono messe in atto nel momento in cui la pianta ospite riconosce il patogeno, così di conseguenza, può sviluppare reazioni di difesa che portano alla resistenza. Il processo che porta alla risposta di difesa si attua su due livelli, il primo è indotto dalla presenza di recettori per il riconoscimento di strutture molecolari associate al patogeno (elicitori o PAMPs) le PTI (Pattern-triggered immunity). Il secondo si esplica grazie a recettori specifici (R-protein) che riconoscono effettori specifici prodotti dal patogeno ETI (Effector-triggered immunity). Le proteine PR di patogenesi (Pathogenesis-related proteins), sono delle proteine sintetizzate dalle piante in risposta a stress biotici e abiotici, tra cui stress fisici, chimici e biologici, come ferite, esposizioni a salinità, siccità, freddo, metalli pesanti, inquinanti atmosferici e raggi ultravioletti e attacchi di agenti patogeni, come funghi, batteri e virus, si accumulano soprattutto nel vacuolo o nell’apoplasto, sono indotte come parte della resistenza sistemica acquisita (SAR). Le infezioni attivano geni che producono proteine PR, dove alcune di queste proteine sono antimicrobiche e attaccano le molecole nella parete cellulare di un batterio o di un fungo. Altri possono funzionare come segnali che diffondono "notizie" dell'infezione alle cellule vicine. La riduzione dell’impatto dei prodotti fitosanitari sulla salute umana, l’ambiente e la biodiversità è molto importante al giorno d’oggi e l’uso di tecniche innovative di difesa integrata e metodi alternativi come sistemi in grado di stimolare la risposta immunitaria della vite, rappresentano soluzioni possibili contro le principali malattie fungine, in particolare quella osservate da più vicino, che sono: Peronospora (Plasmopara viticola), Botrite o Muffa grigia della vite (Botritis cinerea) e Mal dell’esca (Phaeomoniella chlamydospora, Phaeoacremonium aleophilum, Fomitiporia mediterranea). Tra i vari metodi innovativi, in fase di studio e sperimentazione negli ultimi anni, ci sono: l’applicazione di trattamenti con radiazioni ultraviolette (UV-C), con estratti di Salvia officinalis, con oli essenziali, oppure con l’impiego di batteri e lieviti antagonisti o altri agenti biologici di controllo dei funghi patogeni responsabili delle malattie nella vite e tante altre possibili soluzioni di controllo.

Metodi alternativi per il controllo di malattie fungine nella vite

PRADAL, LORENZO
2022/2023

Abstract

La vite è una pianta costantemente attaccati dai microbi. Si basano su entrambe le difese preformate e sul loro sistema immunitario innato per difendersi dai patogeni microbici. Entrambi, grazie a processi evolutivi, hanno sviluppato caratteristiche per combattersi a vicenda; la pianta è dotata di sofisticati e rapidi meccanismi di difesa, mentre i loro patogeni hanno sviluppato armi per superare tali difese. In particolare, ci sono: le barriere strutturali preformate, che sono fattori di resistenza che agiscono prima della penetrazione del patogeno come le cere. Mentre nelle difese indotte, i meccanismi di resistenza che interferiscono con i meccanismi di penetrazione del microrganismo, ed impediscono/inibiscono la formazione di relazioni pianta/patogeno, e limitano la diffusione del patogeno nei tessuti dell’ospite. I meccanismi di resistenza attivi comportano reazioni complesse a livello cellulare e biochimico e sono messe in atto nel momento in cui la pianta ospite riconosce il patogeno, così di conseguenza, può sviluppare reazioni di difesa che portano alla resistenza. Il processo che porta alla risposta di difesa si attua su due livelli, il primo è indotto dalla presenza di recettori per il riconoscimento di strutture molecolari associate al patogeno (elicitori o PAMPs) le PTI (Pattern-triggered immunity). Il secondo si esplica grazie a recettori specifici (R-protein) che riconoscono effettori specifici prodotti dal patogeno ETI (Effector-triggered immunity). Le proteine PR di patogenesi (Pathogenesis-related proteins), sono delle proteine sintetizzate dalle piante in risposta a stress biotici e abiotici, tra cui stress fisici, chimici e biologici, come ferite, esposizioni a salinità, siccità, freddo, metalli pesanti, inquinanti atmosferici e raggi ultravioletti e attacchi di agenti patogeni, come funghi, batteri e virus, si accumulano soprattutto nel vacuolo o nell’apoplasto, sono indotte come parte della resistenza sistemica acquisita (SAR). Le infezioni attivano geni che producono proteine PR, dove alcune di queste proteine sono antimicrobiche e attaccano le molecole nella parete cellulare di un batterio o di un fungo. Altri possono funzionare come segnali che diffondono "notizie" dell'infezione alle cellule vicine. La riduzione dell’impatto dei prodotti fitosanitari sulla salute umana, l’ambiente e la biodiversità è molto importante al giorno d’oggi e l’uso di tecniche innovative di difesa integrata e metodi alternativi come sistemi in grado di stimolare la risposta immunitaria della vite, rappresentano soluzioni possibili contro le principali malattie fungine, in particolare quella osservate da più vicino, che sono: Peronospora (Plasmopara viticola), Botrite o Muffa grigia della vite (Botritis cinerea) e Mal dell’esca (Phaeomoniella chlamydospora, Phaeoacremonium aleophilum, Fomitiporia mediterranea). Tra i vari metodi innovativi, in fase di studio e sperimentazione negli ultimi anni, ci sono: l’applicazione di trattamenti con radiazioni ultraviolette (UV-C), con estratti di Salvia officinalis, con oli essenziali, oppure con l’impiego di batteri e lieviti antagonisti o altri agenti biologici di controllo dei funghi patogeni responsabili delle malattie nella vite e tante altre possibili soluzioni di controllo.
2022
Alternative methods for the control of grapevine fungal diseases
Difesa
Vite
Patogeno
Controllo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/49081