Nel 1932, irrompe nel panorama filosofico francese un breve testo di una giovane filosofa, Rachel Bespaloff, al tempo priva sia di notorietà che di stato accademico rilevante. Tale lettera, scritta in risposta alla richiesta di chiarimenti cercati da Daniel Halévy su "Essere e tempo", può solo apparentemente sembrare uno dei molti tentativi di affrontare la gigantesca opera di Heidegger ma, ad uno sguardo più attento, è possibile comprendere come già l'essere stata chiamata in causa da Halévy dimostri innanzitutto come quest'ultimo vedesse in Bespaloff una delle poche possibilità di cogliere realmente ciò che l'Esserci aveva da raccontare. L'analisi offerta da Bespaloff, sintetica ma al contempo onnicomprensiva, conferma questa sua genialità, che culmina proprio nell'associazione dell'opera dell'autore di Meßkirch all'"Arte della Fuga" di Bach. Anche in questo caso non bisogna fermarsi alle apparenze: la citazione è immediata, quasi fugace, eppure non solo coglie in profondità la struttura conflittuale dell'opera di Heidegger ma riesce addirittura a prevederne gli esisti prima ancora che lo stesso autore li avverasse. La musica sarà allora quel carattere che renderà il commento di Bespaloff da un lato una piena realizzazione del pensiero di "Essere e tempo" e dall'altro il suo superamento.
Rachel Bespaloff e l'intuizione di "Essere e tempo" come "Arte della Fuga"
MARTELLOTTA, GIANLUCA DOMENICO ALDO
2022/2023
Abstract
Nel 1932, irrompe nel panorama filosofico francese un breve testo di una giovane filosofa, Rachel Bespaloff, al tempo priva sia di notorietà che di stato accademico rilevante. Tale lettera, scritta in risposta alla richiesta di chiarimenti cercati da Daniel Halévy su "Essere e tempo", può solo apparentemente sembrare uno dei molti tentativi di affrontare la gigantesca opera di Heidegger ma, ad uno sguardo più attento, è possibile comprendere come già l'essere stata chiamata in causa da Halévy dimostri innanzitutto come quest'ultimo vedesse in Bespaloff una delle poche possibilità di cogliere realmente ciò che l'Esserci aveva da raccontare. L'analisi offerta da Bespaloff, sintetica ma al contempo onnicomprensiva, conferma questa sua genialità, che culmina proprio nell'associazione dell'opera dell'autore di Meßkirch all'"Arte della Fuga" di Bach. Anche in questo caso non bisogna fermarsi alle apparenze: la citazione è immediata, quasi fugace, eppure non solo coglie in profondità la struttura conflittuale dell'opera di Heidegger ma riesce addirittura a prevederne gli esisti prima ancora che lo stesso autore li avverasse. La musica sarà allora quel carattere che renderà il commento di Bespaloff da un lato una piena realizzazione del pensiero di "Essere e tempo" e dall'altro il suo superamento.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/60068