Per secoli la letteratura scientifica ha dibattuto sui vari apparati di senso, dando anche agli stessi un’importanza diversa. Per esempio, nel corso della storia l’olfatto è sempre stato un senso sottovalutato, fortemente legato all’istinto e alla parte più “animalesca” dell’uomo. Non a caso Aristotele lo considerava all’ultimo posto tra i sensi, e per Kant, nel diciottesimo secolo, era il meno utile alla conoscenza e il meno gratificante. Anche il gusto per molto tempo è stato sottovalutato, basti pensare all’atteggiamento dei cinici greci che riducevano l’alimentazione all’essenziale; al cristianesimo secondo cui l’eccesso di cibo equivale a dissolutezza e peccato; al noto illuminista Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) e la sua critica alla gastronomia come critica al superfluo, all’inutile, al lusso. Ultimamente si sta dando sempre più importanza a tutti gli organi sensoriali e la percezione viene considerata come un processo multisensoriale suddiviso in parti ugualmente significative. Tuttavia, non è ancora molto diffusa la consapevolezza che la percezione del mondo che ci circonda coinvolge anche processi di enterocezione, ovvero la capacità del nostro corpo di elaborare informazioni interne, che permettono all'individuo di avere una comprensione più completa del mondo esterno. L’enterocezione, infatti, non permette solamente di percepire il proprio corpo o le proprie emozioni, ma svolge un ruolo chiave nella percezione dell’ambiente circostante, andando a modificare anche i comportamenti stessi o le scelte che vengono compiute. In questo lavoro esamineremo come questo "senso" può modificare non solo la nostra percezione del mondo esterno ma anche il nostro comportamento, con un focus particolare sui processi decisionali.

Enterocezione e processi decisionali: come la percezione del proprio corpo influenza le nostre scelte.

BENOZZO, STEFANO
2022/2023

Abstract

Per secoli la letteratura scientifica ha dibattuto sui vari apparati di senso, dando anche agli stessi un’importanza diversa. Per esempio, nel corso della storia l’olfatto è sempre stato un senso sottovalutato, fortemente legato all’istinto e alla parte più “animalesca” dell’uomo. Non a caso Aristotele lo considerava all’ultimo posto tra i sensi, e per Kant, nel diciottesimo secolo, era il meno utile alla conoscenza e il meno gratificante. Anche il gusto per molto tempo è stato sottovalutato, basti pensare all’atteggiamento dei cinici greci che riducevano l’alimentazione all’essenziale; al cristianesimo secondo cui l’eccesso di cibo equivale a dissolutezza e peccato; al noto illuminista Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) e la sua critica alla gastronomia come critica al superfluo, all’inutile, al lusso. Ultimamente si sta dando sempre più importanza a tutti gli organi sensoriali e la percezione viene considerata come un processo multisensoriale suddiviso in parti ugualmente significative. Tuttavia, non è ancora molto diffusa la consapevolezza che la percezione del mondo che ci circonda coinvolge anche processi di enterocezione, ovvero la capacità del nostro corpo di elaborare informazioni interne, che permettono all'individuo di avere una comprensione più completa del mondo esterno. L’enterocezione, infatti, non permette solamente di percepire il proprio corpo o le proprie emozioni, ma svolge un ruolo chiave nella percezione dell’ambiente circostante, andando a modificare anche i comportamenti stessi o le scelte che vengono compiute. In questo lavoro esamineremo come questo "senso" può modificare non solo la nostra percezione del mondo esterno ma anche il nostro comportamento, con un focus particolare sui processi decisionali.
2022
Interoception and Decision-Making Processes: How the Perception of Our Body Influences Our Choices.
Enterocezione
Processi Decisionali
Percezione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/60376