La ricerca ha evidenziato, specie negli ultimi anni, che esiste una correlazione positiva tra episodi di bullismo e utilizzo di ferite autoinflitte non a scopo suicidario (NSSI), anche se non risulta chiara quale sia la direzione che assume questa relazione. Ad oggi non ci sono indicazioni sulla consequenzialità o causalità tra i due costrutti, però, l’associazione tra essi è supportata da sufficienti studi, in particolar modo da quelli di tipo longitudinale e cross-nazionale e, all’interno di questi, appaiono evidenti delle variabili che fungono da mediatori. Sarebbe interessante e necessario comprendere quali sono le variabili in gioco che spingono taluni adolescenti, identificati come bulli, vittime e bulli-vittime, a decidere di infliggersi consapevolmente delle ferite e procurarsi dei danni tissutali, in quanto questi comportamenti sono anche correlati significativamente con l’ideazione suicidaria e l’infausto tentativo di suicidio (Borowsky, Taliaferro, e McMorris, 2013). Fin dai primi studi sull’argomento, il bullismo è diventato un fenomeno di grande interesse per la comunità scientifica (Olweus, 2013) a causa dei problemi psicosociali ad esso conseguenti. Procedendo con la raccolta dei dati il fenomeno ha cominciato a delinearsi sempre con più specificità e precisione, integrando correlati significativi che ne sottolineano la complessità e le molteplici sfaccettature (Noble, Sornberger, Toste, Heath e McLouth, 2012). Uno di questi è costituito dalle ferite autoinflitte non a scopo suicidario (NSSI) che, solo negli ultimi anni, ha destato particolare interesse nell’ambito delle scienze psicologiche ed ha trovato nella depressione una delle maggiori variabili mediatore insieme alla disregolazione emotiva e alla scarsa connettività con l’ambiente sociale. Partecipare a problemi tra bulli e vittime aumenta significativamente la probabilità di riversare su sé stessi il distress, sia in quanto vittime, sia in quanto prepotenti, nell’intento di regolare il proprio stato affettivo. Per quali motivi alcuni di questi adolescenti arrivano ad un esito comportamentale così drastico? Perché non investire in attività più salutari come lo sport o la meditazione? Dal punto di vista individuale le due variabili maggiormente coinvolte sono la difficoltà nella regolazione delle emozioni e la condizione depressiva in cui i giovani si trovano che, interagendo con le variabili di tipo ambientale, secondo l’approccio ecologico, e, in particolare, con l’inadeguata connettività sociale, portano a comportamenti disadattivi come l’auto danneggiamento. Queste variabili sono riscontrate in ogni attore del bullismo che pratica NSSI, in altre parole, che sia un bullo, un target, o entrambi, verranno misurati alti livelli di disregolazione emotiva, alti livelli di depressione e bassi livelli di interazioni sociali positive, al contrario dei gruppi di controllo, e, maggiormente, per i bulli-vittime che possiedono caratteristiche in comune sia con i bulli che con le vittime. Lo scopo di questo elaborato è di analizzare, tramite una ricerca bibliografica, quali principali variabili di associazione intercorrono tra il bullismo e le NSSI. Verranno descritti i principali paradigmi teorici alla base dei due fenomeni e proposti gli studi più rilevanti che, ad oggi, hanno esaminato le caratteristiche che entrano in gioco nella relazione tra bullismo ed NSSI ed eventualmente dai rapporti che intercorrono tra queste (Esposito, Bacchini, e Affuso, 2019).

Le principali variabili di associazione tra bullismo e ferite auto inflitte non a scopo suicidario: uno sguardo alla letteratura.

PIOMBO, GIORGIA
2023/2024

Abstract

La ricerca ha evidenziato, specie negli ultimi anni, che esiste una correlazione positiva tra episodi di bullismo e utilizzo di ferite autoinflitte non a scopo suicidario (NSSI), anche se non risulta chiara quale sia la direzione che assume questa relazione. Ad oggi non ci sono indicazioni sulla consequenzialità o causalità tra i due costrutti, però, l’associazione tra essi è supportata da sufficienti studi, in particolar modo da quelli di tipo longitudinale e cross-nazionale e, all’interno di questi, appaiono evidenti delle variabili che fungono da mediatori. Sarebbe interessante e necessario comprendere quali sono le variabili in gioco che spingono taluni adolescenti, identificati come bulli, vittime e bulli-vittime, a decidere di infliggersi consapevolmente delle ferite e procurarsi dei danni tissutali, in quanto questi comportamenti sono anche correlati significativamente con l’ideazione suicidaria e l’infausto tentativo di suicidio (Borowsky, Taliaferro, e McMorris, 2013). Fin dai primi studi sull’argomento, il bullismo è diventato un fenomeno di grande interesse per la comunità scientifica (Olweus, 2013) a causa dei problemi psicosociali ad esso conseguenti. Procedendo con la raccolta dei dati il fenomeno ha cominciato a delinearsi sempre con più specificità e precisione, integrando correlati significativi che ne sottolineano la complessità e le molteplici sfaccettature (Noble, Sornberger, Toste, Heath e McLouth, 2012). Uno di questi è costituito dalle ferite autoinflitte non a scopo suicidario (NSSI) che, solo negli ultimi anni, ha destato particolare interesse nell’ambito delle scienze psicologiche ed ha trovato nella depressione una delle maggiori variabili mediatore insieme alla disregolazione emotiva e alla scarsa connettività con l’ambiente sociale. Partecipare a problemi tra bulli e vittime aumenta significativamente la probabilità di riversare su sé stessi il distress, sia in quanto vittime, sia in quanto prepotenti, nell’intento di regolare il proprio stato affettivo. Per quali motivi alcuni di questi adolescenti arrivano ad un esito comportamentale così drastico? Perché non investire in attività più salutari come lo sport o la meditazione? Dal punto di vista individuale le due variabili maggiormente coinvolte sono la difficoltà nella regolazione delle emozioni e la condizione depressiva in cui i giovani si trovano che, interagendo con le variabili di tipo ambientale, secondo l’approccio ecologico, e, in particolare, con l’inadeguata connettività sociale, portano a comportamenti disadattivi come l’auto danneggiamento. Queste variabili sono riscontrate in ogni attore del bullismo che pratica NSSI, in altre parole, che sia un bullo, un target, o entrambi, verranno misurati alti livelli di disregolazione emotiva, alti livelli di depressione e bassi livelli di interazioni sociali positive, al contrario dei gruppi di controllo, e, maggiormente, per i bulli-vittime che possiedono caratteristiche in comune sia con i bulli che con le vittime. Lo scopo di questo elaborato è di analizzare, tramite una ricerca bibliografica, quali principali variabili di associazione intercorrono tra il bullismo e le NSSI. Verranno descritti i principali paradigmi teorici alla base dei due fenomeni e proposti gli studi più rilevanti che, ad oggi, hanno esaminato le caratteristiche che entrano in gioco nella relazione tra bullismo ed NSSI ed eventualmente dai rapporti che intercorrono tra queste (Esposito, Bacchini, e Affuso, 2019).
2023
The major association's variables among bullying and non-suicidal self injuries: a look at literature.
bullismo
ferite autoinflitte
NSSI
disregolazione
depressione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/62484