Il bilinguismo, inteso come conoscenza e utilizzo permanente e costante di due lingue, si è rivelato essere un importante fattore di protezione contro il declino cognitivo legato all’età. In particolare, vi sono evidenze a favore del suo contributo alla riserva cognitiva e cerebrale, migliorando la plasticità funzionale e strutturale del cervello. Sono stati selezionati quattro articoli che analizzano la relazione sottostante il bilinguismo, il declino neurodegenerativo e la riserva cognitiva e cerebrale. Quello che emerge da questo elaborato è che gli individui bilingui sono portati a presentare un’elevata riserva cognitiva, data dal ruolo svolto dal bilinguismo. Questo permette loro di manifestare i sintomi della demenza più tardi e a declinare più rapidamente, alla comparsa dei primi sintomi, rispetto al gruppo di individui monolingui che non svolgono alcuna attività cognitivamente stimolante. Mantenendo alte le funzioni cognitive, il bilinguismo porterebbe a un invecchiamento cognitivo più favorevole. Allo stesso tempo, a parità di prestazioni cognitive, il cervello delle persone anziane bilingui dovrebbe presentare un'atrofia più marcata nelle aree correlate alla demenza; la loro maggiore riserva cognitiva permetterebbe loro di funzionare a un livello superiore rispetto a quello previsto dal livello di malattia. Inoltre, verrà presa in esame anche l’integrità della materia bianca in individui di mezza età in relazione al bilinguismo e al grado di esperienza bilingue.
Il beneficio del bilinguismo contro il declino neurodegenerativo.
LIBERALATO, SOFIA
2023/2024
Abstract
Il bilinguismo, inteso come conoscenza e utilizzo permanente e costante di due lingue, si è rivelato essere un importante fattore di protezione contro il declino cognitivo legato all’età. In particolare, vi sono evidenze a favore del suo contributo alla riserva cognitiva e cerebrale, migliorando la plasticità funzionale e strutturale del cervello. Sono stati selezionati quattro articoli che analizzano la relazione sottostante il bilinguismo, il declino neurodegenerativo e la riserva cognitiva e cerebrale. Quello che emerge da questo elaborato è che gli individui bilingui sono portati a presentare un’elevata riserva cognitiva, data dal ruolo svolto dal bilinguismo. Questo permette loro di manifestare i sintomi della demenza più tardi e a declinare più rapidamente, alla comparsa dei primi sintomi, rispetto al gruppo di individui monolingui che non svolgono alcuna attività cognitivamente stimolante. Mantenendo alte le funzioni cognitive, il bilinguismo porterebbe a un invecchiamento cognitivo più favorevole. Allo stesso tempo, a parità di prestazioni cognitive, il cervello delle persone anziane bilingui dovrebbe presentare un'atrofia più marcata nelle aree correlate alla demenza; la loro maggiore riserva cognitiva permetterebbe loro di funzionare a un livello superiore rispetto a quello previsto dal livello di malattia. Inoltre, verrà presa in esame anche l’integrità della materia bianca in individui di mezza età in relazione al bilinguismo e al grado di esperienza bilingue.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/69895