What is repetition? This multifaceted problem has interested writers and philosophers for ages. In 1843, Gjentagelsen, by the Danish philosopher Søren Kierkegaard (1813-55), came out, later translated in Italian with La ripetizione or La ripresa. In this brief book, which mixes freely philosophy and fiction, irony and reflection, aesthetics and theology, the metaphysical theme of repetition serves as a background and is interwoven with the three stories told in the novel, creating a kaleidoscopic work, barely known to the general public, which will surely influenced the German literary universe of the first 20th century. Franz Kafka (1883-1924), for instance, after having drawn close to Kierkegaard, reading his diaries in 1913 and having recognized himself in the choice of refusing marriage in favour of a life of writing, in 1917-18 reads exactly La ripetizione, together with other two works which were published in the same year, Timore e tremore and Aut-aut, agreeing with the aesthetic speculation of the Danish thinker and developing a critique of his theological thought instead. There are several traces of the Kierkegardian concept of repetition in some of Kafka’s last fragments written between 1917 and 1924, such as La verità su Sancho Panza, some notes related to Don Chisciotte and some Aforismi di Zürau: the aim of this thesis is to highlight them as well as to provide some critical interpretation.

Cos’è la ripetizione? Questo sfaccettato problema ha interessato letterati e filosofi per secoli. Nel 1843, esce Gjentagelsen del filosofo danese Søren Kierkegaard (1813-55), poi tradotto in italiano con La ripetizione o La ripresa. In questo breve libro, che mescola liberamente filosofia e narrativa, ironia e riflessione, estetica e teologia, il tema metafisico della ripetizione fa da sfondo e s’intreccia a tutte e tre le vicende narrate, creando un’opera caleidoscopica, poco nota al grande pubblico, che influenzerà di certo l’universo letterario tedesco del primo Novecento. Franz Kafka (1883-1924), ad esempio, dopo essersi avvicinato a Kierkegaard leggendone i diari nel 1913 ed essersi rivisto nella sua scelta di rifiutare il matrimonio in favore di una vita di scrittura, nel 1917-18 legge proprio La ripetizione, assieme ad altri due lavori dello stesso anno, Timore e tremore e Aut-aut, trovandosi d’accordo con la riflessione estetica del pensatore danese e in disaccordo invece con quella teologica. Esistono diverse tracce del concetto kierkegaardiano di ripetizione in alcuni degli ultimi frammenti kafkiani scritti tra il 1917 e il 1924, come La verità su Sancho Panza, alcuni appunti relativi a Don Chisciotte e alcuni Aforismi di Zürau: lo scopo di questa tesi è di evidenziarle, così come proporne qualche interpretazione critica.

La ripetizione in Europa tra Otto e Novecento: Søren Kierkegaard e Franz Kafka

PAVONE, AURORA
2023/2024

Abstract

What is repetition? This multifaceted problem has interested writers and philosophers for ages. In 1843, Gjentagelsen, by the Danish philosopher Søren Kierkegaard (1813-55), came out, later translated in Italian with La ripetizione or La ripresa. In this brief book, which mixes freely philosophy and fiction, irony and reflection, aesthetics and theology, the metaphysical theme of repetition serves as a background and is interwoven with the three stories told in the novel, creating a kaleidoscopic work, barely known to the general public, which will surely influenced the German literary universe of the first 20th century. Franz Kafka (1883-1924), for instance, after having drawn close to Kierkegaard, reading his diaries in 1913 and having recognized himself in the choice of refusing marriage in favour of a life of writing, in 1917-18 reads exactly La ripetizione, together with other two works which were published in the same year, Timore e tremore and Aut-aut, agreeing with the aesthetic speculation of the Danish thinker and developing a critique of his theological thought instead. There are several traces of the Kierkegardian concept of repetition in some of Kafka’s last fragments written between 1917 and 1924, such as La verità su Sancho Panza, some notes related to Don Chisciotte and some Aforismi di Zürau: the aim of this thesis is to highlight them as well as to provide some critical interpretation.
2023
Repetition in Europe between XIX and XX centuries: Søren Kierkegaard and Franz Kafka
Cos’è la ripetizione? Questo sfaccettato problema ha interessato letterati e filosofi per secoli. Nel 1843, esce Gjentagelsen del filosofo danese Søren Kierkegaard (1813-55), poi tradotto in italiano con La ripetizione o La ripresa. In questo breve libro, che mescola liberamente filosofia e narrativa, ironia e riflessione, estetica e teologia, il tema metafisico della ripetizione fa da sfondo e s’intreccia a tutte e tre le vicende narrate, creando un’opera caleidoscopica, poco nota al grande pubblico, che influenzerà di certo l’universo letterario tedesco del primo Novecento. Franz Kafka (1883-1924), ad esempio, dopo essersi avvicinato a Kierkegaard leggendone i diari nel 1913 ed essersi rivisto nella sua scelta di rifiutare il matrimonio in favore di una vita di scrittura, nel 1917-18 legge proprio La ripetizione, assieme ad altri due lavori dello stesso anno, Timore e tremore e Aut-aut, trovandosi d’accordo con la riflessione estetica del pensatore danese e in disaccordo invece con quella teologica. Esistono diverse tracce del concetto kierkegaardiano di ripetizione in alcuni degli ultimi frammenti kafkiani scritti tra il 1917 e il 1924, come La verità su Sancho Panza, alcuni appunti relativi a Don Chisciotte e alcuni Aforismi di Zürau: lo scopo di questa tesi è di evidenziarle, così come proporne qualche interpretazione critica.
Ripetizione
Kierkegaard
Kafka
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/70204