Studio del complesso Burkholderia cepacia isolato dal latte crudo d'equide.

The Burkholderia cepacia complex is a complex of microorganisms with extremely similar characteristics to each other, officially classified only in modern times, around 1950, and which, due to the close link with the Pseudomonas species of which it was thought to be part, has attracted the attention of the scientific community, given the extraordinary capacity for resistance to antibiotics and impressive pathogenicity, especially on immunocompromised individuals or those with respiratory diseases. As a food technologist, I found the research into possible correlations between this bacterial species and foods extremely interesting, focusing my efforts on the analysis of an atypical food matrix, uncommon but of important commercial relevance on the market of niche products such as milk. of equids (Donkey and Mare). The study, carried out at the Food Microbiology laboratory of the University of Padua, involved the search for possible positivities regarding the presence of Burkholderia cepacia in 25 samples of equine milk analyzed (16 samples of donkey milk and 9 of mare), coming from an Italian dairy product manufacturing company. The results of the study highlighted only one positivity out of the total samples analyzed (4% prevalence), confirming the results present in the little literature available on the subject, which certify that Burkholderia cepacia remains a dangerous pathogen especially in the pharmaceutical, cosmetic and hospital sectors. However, having water and soil as reference habitats, even food production environments such as farms run the risk of contamination by the microorganism, in correlation with inadequate structuring of water systems and incorrect treatment of land of production.

Il Burkholderia cepacia complex è un complesso di microrganismi con caratteristiche estremamente simili tra loro, classificato ufficialmente solo in tempi moderni, intorno al 1950, e che, per via dello stretto legame con la specie Pseudomonas di cui si pensava facesse parte, ha attirato le attenzioni della comunità scientifica, date le straordinarie capacità di resistenza agli antibiotici e di imponente patogenicità, soprattutto su individui immunocompromessi o con malattie dell’apparato respiratorio. Come futuro tecnologo alimentare, ho trovato estremamente interessate la ricerca di possibili correlazioni tra questa specie batterica e gli alimenti, concentrando gli sforzi sull’analisi di una matrice alimentare atipica, non comune ma d’importante rilevanza commerciale sul mercato dei prodotti di nicchia come il latte d’equide (Asina e Cavalla). Lo studio, svolto presso il laboratorio di Microbiologia degli Alimenti dell’Università di Padova, ha previsto la ricerca di possibili positività che riguardassero la presenza di Burkholderia cepacia in 25 campioni di latte d’equide analizzati (16 campioni di latte d’asina e 9 di cavalla), provenienti da un’azienda produttrice di prodotti lattiero caseari italiana. I risultati dello studio hanno evidenziato una sola positività sul totale dei campioni analizzati (4% di prevalenza), confermando i risultati presenti nella poca letteratura disponibile a riguardo, che certificano come Burkholderia cepacia rimanga un pericoloso patogeno soprattutto in ambito farmaceutico, cosmetico e ospedaliero. Avendo però come habitat di riferimento l’acqua e il suolo, anche gli ambienti di produzione alimentare come gli allevamenti, corrono il rischio di contaminazione da parte del microrganismo, in correlazione ad un’inadeguata strutturazione dei sistemi idrici e del non corretto trattamento dei terreni di produzione.