Educare al dionisiaco : una filosofia dell'educazione a partire da Nietzsche

This thesis aims to investigate the concept of education starting from Nietzsche's philosophy, with particular reference to the Dionysian dimension as an interpretative key for a pedagogy centered on the individual. Starting from an analysis of the philosopher's biography and his early work "The Birth of Tragedy", the work intends to outline an alternative educational model compared to the rationalistic and normative paradigms of tradition, instead valorizing the creative, instinctive and individual power of the subject. In this perspective, it reflects on the role of the educator not as a mere transmitter of knowledge, but as a guide capable of bringing out the residual and often unexpressed potential of the individual, in a path that feeds on tension, transformation and authenticity. The Dionysian, understood as a vital, chaotic and generative force, thus becomes a metaphor and foundation of a philosophy of education that opposes homologation and opens up to a radical child-centrism: educating then means preserving and making the irreducible uniqueness of each person flourish.

La presente tesi si propone di indagare il concetto di educazione a partire dalla filosofia di Nietzsche, con particolare riferimento alla dimensione dionisiaca come chiave interpretativa per una pedagogia centrata sull'individuo. A partire da un'analisi della biografia del filosofo e della sua opera giovanile "La nascita della tragedia", il lavoro intende delineare un modello educativo alternativo rispetto ai paradigmi razionalistici e normativi della tradizione, valorizzando invece la potenza creativa, istintuale e individuale del soggetto. In quest'ottica, si riflette sul ruolo dell'educatore non come mero trasmettitore di saperi, ma come guida capace di far emergere le potenzialità residue e spesso inespresse dell'individuo, in un percorso che si nutre di tensione, trasformazione e autenticità. Il dionisiaco, inteso come forza vitale, caotica e generativa, diviene così metafora e fondamento di una filosofia dell'educazione che si oppone all'omologazione e si apre a un puerocentrismo radicale: educare significa allora custodire e far fiorire l'unicità irriducibile di ciascuno.