Background: I disordini metabolici ereditari (IMDs), come le glicogenosi (GSDs) e l’iperinsulinismo congenito (CHI), sono caratterizzati da alterazioni metaboliche che aumentano il rischio di episodi di ipoglicemia, con possibili complicazioni neurologiche e metaboliche gravi. Nei pazienti con IMDs a rischio di ipoglicemia, è fondamentale offrire una gestione multidisciplinare che integri un supporto nutrizionale personalizzato e tecnologie di monitoraggio glicemico. Questo approccio consente di prevenire l’ipoglicemia, stabilizzare l’andamento glicemico e migliorare la qualità della vita. Il monitoraggio glicemico può essere effettuato tramite auto-monitoraggio con prelievo capillare (SMBG) o monitoraggio continuo del glucosio nel tessuto sottocutaneo (CGM). Il ruolo del CGM nei pazienti con IMDs a rischio ipoglicemico è ancora oggetto di dibattito clinico-scientifico; tuttavia, poiché si è dimostrato utile nei pazienti con T1DM per rilevare ipoglicemie non riconosciute e monitorare la variabilità glicemica individuale, il suo potenziale beneficio nei pazienti con IMDs è elevato. Objectives: L’obiettivo primario è valutare la terapia dietetica durante il monitoraggio glicemico in continuo nei pazienti affetti da IMDs a rischio di ipoglicemia. Gli obiettivi secondari comprendono la valutazione della terapia dietetica in relazione ai diversi sistemi di monitoraggio glicemico in continuo. Inoltre, lo studio intende confrontare l’efficacia dei sistemi CGM (Dexcom G7 e Dexcom One Plus) e dello Usual Care nella gestione nutrizionale dei pazienti, analizzando l’associazione tra parametri glicemici, variabili nutrizionali e caratteristiche cliniche. Infine, valuta l’impatto dell’utilizzo dei sensori sul benessere soggettivo e sulla qualità della vita e del sonno. Methods: Si tratta di uno studio prospettico interventistico con dispositivi medici marcati CE, condotto su un gruppo di 11 soggetti, valutati in tre momenti consecutivi (T0, T1 e T2). Sono stati impiegati due sistemi di monitoraggio glicemico continuo: Dexcom G7 (con allarme predittivo) e Dexcom One Plus (con allarme di soglia), confrontati con lo Usual Care, ovvero il monitoraggio glicemico abituale dei pazienti. Come metodo di riferimento è stato utilizzato il monitoraggio glicemico capillare mediante glucometro, per valutarne affidabilità e accuratezza. Le informazioni sugli introiti alimentari sono state raccolte mediante anamnesi alimentare dettagliata e diario alimentare con pesata dei 7 giorni. L’elaborazione dell’apporto energetico e dei macronutrienti (in grammi e in percentuale) è stata effettuata con il software Metadieta (METEDA S.r.l.). Criteri di inclusione: pazienti adulti (età > 18 anni) con diagnosi di GSDs o CHI. Criteri di esclusione: pazienti non in grado di firmare il consenso informato o di rispettare le procedure dello studio. Results: Lo studio ha mostrato che, rispetto all’Usual Care, i sistemi Dexcom determinano un aumento significativo del TAR (G7: p = 0,009; One Plus: p = 0,017) e della glicemia media (G7: p = 0,001; One Plus: p = 0,017), mentre il TBR si riduce senza significatività. Gli apporti nutrizionali (energia, carboidrati, amido di mais crudo) risultano sovrapponibili nei monitoraggi Usual Care vs Dexcom, indicando che le variazioni glicemiche non dipendono dalla dieta. Nel confronto tra dispositivi, il Dexcom G7 mostra un leggero aumento dell’intake calorico, senza differenze nelle metriche glicemiche rispetto all’One Plus. Conclusions: Nel complesso, i sistemi Dexcom modificano il comportamento dei pazienti nella gestione degli allarmi, evidenziando la necessità di affiancare al CGM un adeguato supporto educativo per un uso consapevole. Lo studio sottolinea inoltre l’importanza di ulteriori ricerche, con campioni più ampi e studi in cieco, per definire meglio il ruolo del CGM nelle IMDs a rischio di ipoglicemia e stabilire raccomandazioni cliniche più solide.
La terapia dietetica durante il monitoraggio glicemico in continuo in una coorte di pazienti adulti con malattie metaboliche ereditarie a rischio di ipoglicemia.
PANCIUC, IRINA
2024/2025
Abstract
Background: I disordini metabolici ereditari (IMDs), come le glicogenosi (GSDs) e l’iperinsulinismo congenito (CHI), sono caratterizzati da alterazioni metaboliche che aumentano il rischio di episodi di ipoglicemia, con possibili complicazioni neurologiche e metaboliche gravi. Nei pazienti con IMDs a rischio di ipoglicemia, è fondamentale offrire una gestione multidisciplinare che integri un supporto nutrizionale personalizzato e tecnologie di monitoraggio glicemico. Questo approccio consente di prevenire l’ipoglicemia, stabilizzare l’andamento glicemico e migliorare la qualità della vita. Il monitoraggio glicemico può essere effettuato tramite auto-monitoraggio con prelievo capillare (SMBG) o monitoraggio continuo del glucosio nel tessuto sottocutaneo (CGM). Il ruolo del CGM nei pazienti con IMDs a rischio ipoglicemico è ancora oggetto di dibattito clinico-scientifico; tuttavia, poiché si è dimostrato utile nei pazienti con T1DM per rilevare ipoglicemie non riconosciute e monitorare la variabilità glicemica individuale, il suo potenziale beneficio nei pazienti con IMDs è elevato. Objectives: L’obiettivo primario è valutare la terapia dietetica durante il monitoraggio glicemico in continuo nei pazienti affetti da IMDs a rischio di ipoglicemia. Gli obiettivi secondari comprendono la valutazione della terapia dietetica in relazione ai diversi sistemi di monitoraggio glicemico in continuo. Inoltre, lo studio intende confrontare l’efficacia dei sistemi CGM (Dexcom G7 e Dexcom One Plus) e dello Usual Care nella gestione nutrizionale dei pazienti, analizzando l’associazione tra parametri glicemici, variabili nutrizionali e caratteristiche cliniche. Infine, valuta l’impatto dell’utilizzo dei sensori sul benessere soggettivo e sulla qualità della vita e del sonno. Methods: Si tratta di uno studio prospettico interventistico con dispositivi medici marcati CE, condotto su un gruppo di 11 soggetti, valutati in tre momenti consecutivi (T0, T1 e T2). Sono stati impiegati due sistemi di monitoraggio glicemico continuo: Dexcom G7 (con allarme predittivo) e Dexcom One Plus (con allarme di soglia), confrontati con lo Usual Care, ovvero il monitoraggio glicemico abituale dei pazienti. Come metodo di riferimento è stato utilizzato il monitoraggio glicemico capillare mediante glucometro, per valutarne affidabilità e accuratezza. Le informazioni sugli introiti alimentari sono state raccolte mediante anamnesi alimentare dettagliata e diario alimentare con pesata dei 7 giorni. L’elaborazione dell’apporto energetico e dei macronutrienti (in grammi e in percentuale) è stata effettuata con il software Metadieta (METEDA S.r.l.). Criteri di inclusione: pazienti adulti (età > 18 anni) con diagnosi di GSDs o CHI. Criteri di esclusione: pazienti non in grado di firmare il consenso informato o di rispettare le procedure dello studio. Results: Lo studio ha mostrato che, rispetto all’Usual Care, i sistemi Dexcom determinano un aumento significativo del TAR (G7: p = 0,009; One Plus: p = 0,017) e della glicemia media (G7: p = 0,001; One Plus: p = 0,017), mentre il TBR si riduce senza significatività. Gli apporti nutrizionali (energia, carboidrati, amido di mais crudo) risultano sovrapponibili nei monitoraggi Usual Care vs Dexcom, indicando che le variazioni glicemiche non dipendono dalla dieta. Nel confronto tra dispositivi, il Dexcom G7 mostra un leggero aumento dell’intake calorico, senza differenze nelle metriche glicemiche rispetto all’One Plus. Conclusions: Nel complesso, i sistemi Dexcom modificano il comportamento dei pazienti nella gestione degli allarmi, evidenziando la necessità di affiancare al CGM un adeguato supporto educativo per un uso consapevole. Lo studio sottolinea inoltre l’importanza di ulteriori ricerche, con campioni più ampi e studi in cieco, per definire meglio il ruolo del CGM nelle IMDs a rischio di ipoglicemia e stabilire raccomandazioni cliniche più solide.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/99032