La fermentazione alcolica rappresenta uno dei processi biotecnologici più antichi nella storia dell’uomo e si basa sulla capacità dei lieviti di trasformare gli zuccheri fermentescibili in etanolo e anidride carbonica. Se per lungo tempo Saccharomyces cerevisiae è stato considerato l’attore principale e tuttora costituisce la specie maggiormente impiegata in enologia, negli ultimi anni crescente attenzione è stata rivolta ai lieviti non-Saccharomyces. Questi microrganismi, tradizionalmente ritenuti responsabili di difetti fermentativi, sono oggi rivalutati per la loro capacità di arricchire il profilo organolettico del vino e di contribuire alla sua tipicità. Essi sono infatti largamente diffusi nei vigneti, dove dominano le prime fasi della fermentazione prima di essere progressivamente sostituiti da S. cerevisiae a causa delle condizioni ambientali avverse. Numerosi studi hanno dimostrato che le fermentazioni miste o sequenziali permettono di sfruttare le peculiarità metaboliche dei non-Saccharomyces, incrementando la produzione di composti aromatici, migliorando la complessità sensoriale e favorendo strategie di biocontrollo mirate a limitare la crescita di microrganismi indesiderati. Alcune specie mostrano inoltre potenzialità tecnologiche, come la riduzione dell’acidità volatile, l’abbassamento del grado alcolico o l’arricchimento del vino in metaboliti secondari. In questo contesto, i non-Saccharomyces si configurano non più come semplici contaminanti, ma come strumenti biotecnologici di interesse, in grado di conferire unicità territoriale attraverso il concetto di “terroir microbico” e di rispondere alle nuove esigenze di mercato legate alla sostenibilità e alla diversificazione stilistica. La presente tesi intende approfondire il ruolo di questi lieviti nel processo fermentativo e la loro influenza sul profilo aromatico finale, evidenziandone le prospettive applicative in enologia.
Impatto dei lieviti non-Saccharomyces sulle componenti aromatiche del vino
MARLETTA, DENNIS
2024/2025
Abstract
La fermentazione alcolica rappresenta uno dei processi biotecnologici più antichi nella storia dell’uomo e si basa sulla capacità dei lieviti di trasformare gli zuccheri fermentescibili in etanolo e anidride carbonica. Se per lungo tempo Saccharomyces cerevisiae è stato considerato l’attore principale e tuttora costituisce la specie maggiormente impiegata in enologia, negli ultimi anni crescente attenzione è stata rivolta ai lieviti non-Saccharomyces. Questi microrganismi, tradizionalmente ritenuti responsabili di difetti fermentativi, sono oggi rivalutati per la loro capacità di arricchire il profilo organolettico del vino e di contribuire alla sua tipicità. Essi sono infatti largamente diffusi nei vigneti, dove dominano le prime fasi della fermentazione prima di essere progressivamente sostituiti da S. cerevisiae a causa delle condizioni ambientali avverse. Numerosi studi hanno dimostrato che le fermentazioni miste o sequenziali permettono di sfruttare le peculiarità metaboliche dei non-Saccharomyces, incrementando la produzione di composti aromatici, migliorando la complessità sensoriale e favorendo strategie di biocontrollo mirate a limitare la crescita di microrganismi indesiderati. Alcune specie mostrano inoltre potenzialità tecnologiche, come la riduzione dell’acidità volatile, l’abbassamento del grado alcolico o l’arricchimento del vino in metaboliti secondari. In questo contesto, i non-Saccharomyces si configurano non più come semplici contaminanti, ma come strumenti biotecnologici di interesse, in grado di conferire unicità territoriale attraverso il concetto di “terroir microbico” e di rispondere alle nuove esigenze di mercato legate alla sostenibilità e alla diversificazione stilistica. La presente tesi intende approfondire il ruolo di questi lieviti nel processo fermentativo e la loro influenza sul profilo aromatico finale, evidenziandone le prospettive applicative in enologia.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
Marletta_Dennis.pdf
accesso aperto
Dimensione
1.76 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.76 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License
https://hdl.handle.net/20.500.12608/99521