La relazione tra gli esseri umani e gli altri animali: implicazioni e radici psicosociali del consumo di carne

Secondo i dati raccolti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Food and Agriculture Organization of the United Nations, FAO), ad oggi, la produzione mondiale di carne ha raggiunto circa 365 milioni di tonnellate (FAO, 2023). Il consumo di carne è un aspetto particolarmente rilevante dell’alimentazione a livello globale, ma quella alimentare non è l’unica prospettiva da cui osservare questo comportamento. Esistono diverse motivazioni che portano all’atto di nutrirsi di carne, e, dato che la produzione di carne che deriva dagli allevamenti intensivi è uno dei fattori che maggiormente contribuiscono ai più gravi problemi ambientali attuali (FAO, 2006), è fondamentale porvi attenzione. Uno degli elementi da considerare in questo contesto è la relazione complessa che l'umanità ha instaurato nel corso del tempo con il resto del regno animale, distinguendo gli animali principalmente tra coloro che vengono adottati come compagni e quelli che vengono consumati come fonte di nutrimento. Questa distinzione, apparentemente ovvia, sembrerebbe essere in realtà un paradosso morale. Nel corso di questo elaborato verranno inizialmente accennate le conseguenze del consumo di carne, sia a livello personale, sia a livello globale, mostrando, dunque, come questa divisione influenzi non solo le vite degli animali negli allevamenti, ma anche la salute umana e l'ambiente. Nello specifico, però, la tesi si vuole occupare degli atteggiamenti nei confronti degli animali in questo contesto. Per questo motivo verranno approfonditi concetti chiave come il carnismo e lo specismo, cercando di trovare un’origine e una spiegazione del pensiero dominante che colloca gli animali in una posizione subalterna e come esso possa essere un riflesso dei pregiudizi e delle discriminazioni che si sono sviluppate e sono presenti nella nostra società.