Le radici della pianificazione: un confronto empirico delle performance motorie e attentive in bambini in età prescolare ​

Secondo la prospettiva dell'embodied cognition, lo sviluppo cognitivo e motorio sono intrinsecamente connessi ed i processi mentali superiori emergono dalle interazioni dinamiche tra il corpo e l'ambiente. Con l'obiettivo di fornire un contributo all'interno di tale approccio, il presente lavoro di tesi, che fa parte di un progetto più esteso, esplora se l’efficienza della pianificazione motoria misurata in un compito esecutivo modula le risorse attentive quando si osservano le medesime azioni realizzate da adulti. Ciò è stato indagato in un campione di 60 bambini, di età compresa tra 13 e 39 mesi, tramite la realizzazione di due compiti sperimentali. Un compito esecutivo, valutato tramite una scala Likert a 5 punti, in cui veniva richiesto di raggiungere ed afferrare degli oggetti ruotati di 180° (bicchiere e tazza), che richiedevano un effetto comfort dello stato finale; ed un compito attentivo, con registrazione oculare tramite eye-tracker, che prevedeva l’osservazione di azioni di presa dei medesimi oggetti, eseguite da un adulto in modo corretto o scorretto. Il campione è stato poi dicotomizzato in due gruppi sulla base della prestazione al compito motorio (pianificazione vs non pianificazione) per analizzare la variazione del diametro pupillare (engagement attentivo) durante la visione delle prese. I risultati mostrano una maggiore dilatazione pupillare per la visione di prese scorrette, suggerendo come esse possano richiedere uno sforzo cognitivo maggiore rispetto alla visione di azioni eseguite correttamente. Inoltre, i risultati evidenziano un aumento significativo del diametro pupillare nel gruppo che pianifica durante le prese scorrette, e nel gruppo che non pianifica durante le prese corrette, suggerendo come le proprie competenze motorie giochino un ruolo fondamentale nel processamento delle azioni altrui.