Questa tesi analizza il motivo per cui la pastorizzazione ad alta temperatura e breve tempo (HTST) rappresenta tuttora la tecnica di riferimento per il trattamento dei soft drink, a fronte del crescente interesse verso le tecnologie non termiche (NTT). Dopo una breve introduzione sul mercato globale e sulla composizione dei soft drink, viene esaminato in dettaglio il funzionamento della tecnologia HTST, evidenziandone i vantaggi in termini di efficacia microbiologica, stabilità del prodotto e compatibilità con le linee di imbottigliamento automatico. Il secondo capitolo prende in esame alcune tra le principali tecnologie non termiche oggi studiate per il trattamento delle bevande: High Pressure Processing (HPP), irradiazione con luce UV-C, campi elettrici pulsati (PEF) e cold plasma. Per ciascuna vengono analizzati i principi di funzionamento, i livelli di riduzione microbica ottenibili e il consumo energetico. Sebbene queste tecnologie offrano vantaggi in termini di sostenibilità e mantenimento delle caratteristiche sensoriali, l’applicazione ai soft drink gassati in particolare, risulta limitata da ostacoli fisici, ingegneristici e industriali, come l’interferenza con l’anidride carbonica e l’assenza di impianti standardizzati per uso continuo. Il lavoro si conclude con un’analisi tecnica degli impianti HTST realmente presenti sul mercato, mostrando come esistano soluzioni consolidate già largamente adottate nell’industria delle bibite. Nel complesso, la tesi mette in evidenza le ragioni per cui la tecnologia HTST continua a essere preferita nel trattamento dei soft drink, grazie all’ equilibrio tra sicurezza microbiologica, semplicità compositiva del prodotto e compatibilità con l’alta produttività industriale.
Pastorizzazione dei Soft Drinks: Effetti Qualitativi e Considerazioni Impiantistiche
BAROTTO, ANTONIO
2024/2025
Abstract
Questa tesi analizza il motivo per cui la pastorizzazione ad alta temperatura e breve tempo (HTST) rappresenta tuttora la tecnica di riferimento per il trattamento dei soft drink, a fronte del crescente interesse verso le tecnologie non termiche (NTT). Dopo una breve introduzione sul mercato globale e sulla composizione dei soft drink, viene esaminato in dettaglio il funzionamento della tecnologia HTST, evidenziandone i vantaggi in termini di efficacia microbiologica, stabilità del prodotto e compatibilità con le linee di imbottigliamento automatico. Il secondo capitolo prende in esame alcune tra le principali tecnologie non termiche oggi studiate per il trattamento delle bevande: High Pressure Processing (HPP), irradiazione con luce UV-C, campi elettrici pulsati (PEF) e cold plasma. Per ciascuna vengono analizzati i principi di funzionamento, i livelli di riduzione microbica ottenibili e il consumo energetico. Sebbene queste tecnologie offrano vantaggi in termini di sostenibilità e mantenimento delle caratteristiche sensoriali, l’applicazione ai soft drink gassati in particolare, risulta limitata da ostacoli fisici, ingegneristici e industriali, come l’interferenza con l’anidride carbonica e l’assenza di impianti standardizzati per uso continuo. Il lavoro si conclude con un’analisi tecnica degli impianti HTST realmente presenti sul mercato, mostrando come esistano soluzioni consolidate già largamente adottate nell’industria delle bibite. Nel complesso, la tesi mette in evidenza le ragioni per cui la tecnologia HTST continua a essere preferita nel trattamento dei soft drink, grazie all’ equilibrio tra sicurezza microbiologica, semplicità compositiva del prodotto e compatibilità con l’alta produttività industriale.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/88132