Sebbene la conquista della competenza matematica rappresenti una sfida impegnativa, la predisposizione ai numeri è presente fin dalla nascita (Spelke, 2007). I meccanismi psicologici che stanno alla base delle rappresentazioni numeriche pre-verbali e non simboliche precoci sono stati studiati attraverso approcci comportamentali e neurobiologici (Feigenson, 2004; Xu, 2005; Izard, 2008; Siegler, 2014). Già poco dopo la nascita un neonato associa immagini e suoni sulla base del numero (Izard et al., 2009); dai sei mesi discrimina due insiemi di oggetti di diversa numerosità, secondo un meccanismo di approssimazione che dipende dal rapporto tra le due numerosità e che si perfeziona nel corso del tempo (Xu, 2005); a partire dai cinque mesi di vita attua semplici operazioni aritmetiche tra piccole numerosità di oggetti, come evidenziato da esperimenti di abituazione visiva (Wynn, 1992); l’idea di un ordine naturale dei numeri è più tardiva e sembra inizi a delinearsi dai quindici mesi (Dehaene, 2010). Meno chiaro è il ruolo esercitato dall’assenza di quantità, lo zero, nella formazione della rappresentazione numerica nel bambino. Le ricerche mostrano che la comprensione dei significati dello zero matura gradualmente e per stadi, ed è solo dopo qualche anno di vita che lo zero viene riconosciuto come numero, oltre che come insieme vuoto o come assenza di quantità, e posizionato al limite inferiore della successione dei numeri naturali (Wellman e Miller, 1986). Il nostro lavoro si inserisce all’interno di questo filone di ricerca e si propone di esaminare il riconoscimento dell’insieme vuoto in relazione alle piccole e grandi numerosità. A tale scopo sono stati somministrati compiti di riconoscimento visivo non simbolico, di aritmetica approssimata e di conteggio a bambini di 5-6 anni. I risultati di questo studio preliminare contribuiscono a comprendere come l’insieme vuoto venga rappresentato nella mente del bambino rispetto alle altre numerosità.
La numerosità zero ha un posto speciale nella mente del bambino? Una ricerca.
FORNER, FRANCESCA
2022/2023
Abstract
Sebbene la conquista della competenza matematica rappresenti una sfida impegnativa, la predisposizione ai numeri è presente fin dalla nascita (Spelke, 2007). I meccanismi psicologici che stanno alla base delle rappresentazioni numeriche pre-verbali e non simboliche precoci sono stati studiati attraverso approcci comportamentali e neurobiologici (Feigenson, 2004; Xu, 2005; Izard, 2008; Siegler, 2014). Già poco dopo la nascita un neonato associa immagini e suoni sulla base del numero (Izard et al., 2009); dai sei mesi discrimina due insiemi di oggetti di diversa numerosità, secondo un meccanismo di approssimazione che dipende dal rapporto tra le due numerosità e che si perfeziona nel corso del tempo (Xu, 2005); a partire dai cinque mesi di vita attua semplici operazioni aritmetiche tra piccole numerosità di oggetti, come evidenziato da esperimenti di abituazione visiva (Wynn, 1992); l’idea di un ordine naturale dei numeri è più tardiva e sembra inizi a delinearsi dai quindici mesi (Dehaene, 2010). Meno chiaro è il ruolo esercitato dall’assenza di quantità, lo zero, nella formazione della rappresentazione numerica nel bambino. Le ricerche mostrano che la comprensione dei significati dello zero matura gradualmente e per stadi, ed è solo dopo qualche anno di vita che lo zero viene riconosciuto come numero, oltre che come insieme vuoto o come assenza di quantità, e posizionato al limite inferiore della successione dei numeri naturali (Wellman e Miller, 1986). Il nostro lavoro si inserisce all’interno di questo filone di ricerca e si propone di esaminare il riconoscimento dell’insieme vuoto in relazione alle piccole e grandi numerosità. A tale scopo sono stati somministrati compiti di riconoscimento visivo non simbolico, di aritmetica approssimata e di conteggio a bambini di 5-6 anni. I risultati di questo studio preliminare contribuiscono a comprendere come l’insieme vuoto venga rappresentato nella mente del bambino rispetto alle altre numerosità.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/58131